Sri Lanka, il nuovo parlamento deve abbandonare la legislazione di emergenza

21 Aprile 2010

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(21 aprile 2010)

Il primo parlamento dello Sri Lanka dopo la guerra deve sbarazzarsi delle leggi draconiane di emergenza che da decenni permettono diffuse violazioni dei diritti umani, ha dichiarato Amnesty International.

In vista della prima seduta del nuovo parlamento, il 22 aprile, Amnesty International ha chiesto allo Sri Lanka  di revocare lo stato di emergenza che è in vigore quasi ininterrottamente dal 1971 e di abolire la legge sulla prevenzione del terrorismo e altri regolamenti e leggi di sicurezza collegati all’emergenza, sostituendole con norme che tutelino i diritti umani.

Le leggi di emergenza accordano alle autorità statali ampi poteri di detenzione e consentono l’uso di prigioni segrete, una pratica che contribuisce a violazioni dei diritti umani, quali le sparizioni forzate, la tortura e morti in custodia, che potrebbero costituire crimini internazionali. Negli ultimi 30 anni, migliaia di persone in Sri Lanka hanno passato anni in carcere senza processo.

Nell’ultimo anno, il governo ha fatto ricorso sempre di più a queste leggi per dare un giro di vite a giornalisti, oppositori politici e sindacalisti.

Da quando la guerra con le Tigri Tamil si è conclusa un anno fa, i legislatori del paese hanno continuato a estendere lo stato di emergenza di mese in mese. I successivi governi hanno ignorato le richieste di abrogazione della legge sulla prevenzione del terrorismo.

Amnesty International chiede al nuovo parlamento di fare pressioni per il rilascio delle persone detenute in base alla legislazione di emergenza o di accusarle di reati riconosciuti a livello internazionale e di processarli in tribunali civili regolari secondo gli standard internazionali sul giusto processo.

Maggiori informazioni sono disponibili online