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Commentando la notizia dell’annunciato rilascio degli ultimi detenuti del gruppo di 75 attivisti arrestati a Cuba nel marzo 2003, Amnesty International ha affermato che si tratta di un passo nella giusta direzione verso il rispetto dei diritti umani a Cuba, anche se nessuna di queste persone avrebbe mai dovuto essere stata imprigionata.
‘Vogliamo che le autorità cubane non obblighino mai più gli attivisti ad andare in esilio in cambio della loro scarcerazione e che garantiscano che chi promuove i diritti umani a Cuba possa svolgere le sue attività senza timore di essere minacciato, perseguitato, nuovamente arrestato e processato‘ – ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Cuba.
Il 18 marzo 2003 un massiccio giro di vite nei confronti del dissenso provocò l’arresto di 75 persone, unicamente per l’esercizio del loro diritto alla libertà d’espressione. Nella maggior parte dei casi, vennero accusati di aver agito contro l’indipendenza dello stato, in quanto sospettati di aver ricevuto fondi e/o materiali da parte di organizzazioni statunitensi finanziate dal governo di Washington. Vennero condannati a periodi di carcere tra i sei e i 28 anni, dopo processi sommari e iniqui, per capi d’accusa quali aver pubblicato articoli o aver concesso interviste a mezzi d’informazione finanziati dagli Usa, aver inviato informazioni a organizzazioni internazionali per i diritti umani ed essere stati in contatto con organismi o individui considerati ostili a Cuba.