Tempo di lettura stimato: 3'
Oltre 60 organizzazioni non governative statunitensi e internazionali hanno chiesto all’amministrazione Trump, al Congresso e all’opinione pubblica americana di abbandonare definitivamente la produzione mondiale e l’uso delle mine terrestri anti-persona e aderire al Trattato internazionale sulle mine del 1997.
La lettera rappresenta la risposta alla nuova politica in materia di mine terrestri dell’amministrazione. Eccone alcuni passaggi.
“In risposta alla politica annunciata il 31 gennaio dal dipartimento della Difesa in materia di mine anti-persona, noi, le sottoscritte organizzazioni condanniamo con forza la decisione dell’amministrazione Trump di revocare le attuali restrizioni americane sull’utilizzo delle mine terrestri.
Le mine anti-persona sono armi inerentemente indiscriminate che continuano a mutilare e uccidere anche dopo la fine dei conflitti. Negli ultimi 20 anni il mondo ha rifiutato l’uso delle mine anti-persona attraverso il Trattato internazionale sulle mine, sottoscritto da 164 stati tra cui tutti i singoli stati membri della Nato. Pur non avendolo firmato, gli Stati Uniti hanno di fatto aderito a molte disposizioni del trattato, ad eccezione di quelle che vietano l’uso di mine anti-persona nella penisola di Corea. La nuova politica sulle mine divide nettamente gli Usa dai suoi alleati ed è stata condannata a livello internazionale, anche dall’Unione europea.
Gli Usa non utilizzano mine anti-persona dal 1991, con l’eccezione di un singolo caso relativo al 2002; non le esportano dal 1992 e non le producono dal 1997. Negli ultimi cinque anni le hanno usate solo le forze governative di Siria, Myanmar e Corea del Nord, oltre ad alcuni gruppi armati in aree di conflitto. Degli oltre 50 paesi che producevano mine terrestri, 41 ne hanno interrotto la produzione. Con questa nuova politica in materia di mine anti-persona, gli Usa torneranno a far parte di un ristretto gruppo di paesi produttori di mine, una compagnia che farebbero meglio a evitare“.