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Sette prigionieri politici sono stati rilasciati nella notte tra il 1° e il 2 aprile 2013, a seguito dell’amnistia annunciata dal governo sudanese. Sei di essi (Abdulaziz Khaled, Entisar al-Agali, Hisham al-Mufti, Abdulrahim Abdallah, Mohammed Zain Alabidein e Youssef al-Kauda) sono noti esponenti politici, il settimo, Hatim Ali, è un giovane attivista.
Secondo Amnesty International ‘l’amnistia per i prigionieri ha solo scalfito la superficie. Decine di persone continuano a essere sottoposte a detenzione arbitraria e alcune di loro sono prigionieri di coscienza. La liberazione di sette prigionieri non è indice del fatto che il governo intenda fare sul serio, mettere fine alle detenzioni arbitrarie e procedere alla liberazione dei prigionieri di coscienza’.
Oltre 118 persone sono in carcere dopo essere state arrestate arbitrariamente nel contesto dei conflitti del Nilo Blu e del Kordofan del Sud; tra di loro ci sono donne detenute senza accuse insieme ai loro bambini.
Inoltre, diversi prigionieri si trovano nel braccio della morte, condannati alla pena capitale per i loro legami coi gruppi armati di opposizione. Nessuna di queste sentenze è stata commutata.
Le autorità sudanesi continuano a respingere le richieste di abrogazione dell’Atto sulla sicurezza nazionale, emanato nel 2010, che conferisce ai servizi di sicurezza ampi poteri di arresto e detenzione. Torture e altri maltrattamenti restano diffusi.