Sudan, dura repressione contro gli studenti

14 Dicembre 2012

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Amnesty International ha chiesto alle autorità sudanesi di porre immediatamente fine alla violenta repressione delle manifestazioni studentesche, che ha causato quattro morti, numerosi feriti e molti arresti.

Le proteste sono iniziate all’indomani della morte di quattro studenti darfuriani nello stato di Jazeera. I  corpi di Adil Mohamed Ahmed e Mohamed Younis Nil sono stati ritrovati in un canale, nei pressi dell’Università statale della capitale Mad Manami il 6 dicembre; quelli di  Alsadig Yagoub Abdallah e Nouman Ahmed Koreishi il giorno dopo, nello stesso luogo. I quattro studenti erano stati arrestati il 3 dicembre, insieme ad altri 49 manifestanti che prendevano parte a un sit-in pacifico, da agenti del Servizio per la sicurezza nazionale.

Gli studenti darfuriani protestavano conto la decisione dell’Università statale di Jazeera di far pagare le tasse al cento per cento, in contrasto con le disposizioni dell’Accordo di pace per il Darfur che prevede l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie.

I corpi, secondo testimoni oculari, mostravano evidenti segni di pestaggi e tracce di sangue sul volto e, in un caso, sulle spalle. Il ministro della Giustizia ha annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Alla luce dell’assenza di indagini in occasione di precedenti, gravi violazioni dei diritti umani, Amnesty International ha chiesto che la commissione sia composta in modo imparziale e agisca in modo trasparente.

Per disperdere le manifestazioni convocate dopo la morte dei quattro studenti, le forze di sicurezza sudanesi hanno fatto ricorso a metodi brutali e ai gas lacrimogeni, procedendo a numerosi arresti.

Due avvocati e due insegnanti legati a un partito di opposizione, arrestati l’8 dicembre per la loro presunta partecipazione alle proteste, rimangono in carcere senza che sia stata formalizzata alcuna accusa nei loro confronti.