Sudan: le brutalità dei servizi di sicurezza

30 Luglio 2010

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In un rapporto diffuso il 19 luglio, Amnesty International ha denunciato che i Servizi di sicurezza e di intelligence nazionale (Niss) stanno portando avanti una brutale campagna fatta di arresti arbitrari, tortura, intimidazioni psicologiche e fisiche contro chi si oppone e chi critica il governo.

Il rapporto, intitolato ‘Agenti della paura: i Servizi di sicurezza nazionale in Sudan‘, documenta le violazioni dei diritti umani compiute dai Niss, compresi arresti arbitrari, detenzioni in incommunicado, maltrattamenti, uccisioni illegali e sparizioni forzate, diventate da anni una prassi istituzionale in Sudan.

Nel corso della prima metà del 2010, Amnesty International ha documentato l’arresto da parte del Niss di almeno 34 persone, compresi giornalisti, attivisti per i diritti umani e studenti.

Gli arresti raggiungono solitamente il culmine in occasioni di tensioni politiche, come dopo il più grande attacco da parte di un gruppo armato a Khartoum nel maggio 2008, prima e dopo il mandato d’arresto emesso nei confronti del presidente Al Bashir nel luglio 2008 e dopo le elezioni dell’aprile 2010.

Gli agenti del Niss fanno sistematicamente ricorso a intimidazioni e a maltrattamenti, compresa la tortura, contro i militanti dei gruppi di opposizione, studenti, difensori dei diritti umani, attivisti della società civile, personale nazionale e internazionale di Organizzazioni non governative e chiunque sia ritenuto una minaccia per il governo.

Il rapporto documenta diversi metodi di tortura usati dai Niss: pestaggi a prigionieri tenuti faccia al muro, scariche elettriche, frustate, privazione del sonno, calci e ustioni, percosse con tubi d’acqua.

Dalle elezioni presidenziali e parlamentari dell’aprile 2010, il Niss ha intensificato la repressione della libertà di espressione, riprendendo a censurare la stampa sudanese prima dell’uscita dei quotidiani e ispezionando regolarmente le redazioni e le tipografie.
Giornali di opposizione sono stati chiusi o obbligati a bloccare la stampa. In alcuni casi, loro stessi hanno sospeso le pubblicazioni per protestare contro la censura. Alcuni giornalisti sono stati arrestati e detenuti arbitrariamente.

Gli agenti del Niss continuano a trarre vantaggio da ampi poteri di arresto e detenzione e godono dell’immunità per tutte le violazioni commesse, in base alla Legge sulla sicurezza nazionale del 2010.

Amnesty International ritiene che questa legge debba essere riformata in modo che gli agenti non siano più dotati di poteri di arresto e detenzione e che ogni immunità sia rimossa.

Le accuse di violazioni dei diritti umani devono essere oggetto di indagini puntuali ed efficaci, i responsabili devono essere processati per i crimini commessi e le vittime devono ricevere un risarcimento.