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Meriam Ibrahim, la 27enne di religione cristiana condannata in primo grado il 15 maggio all’impiccagione per apostasia e alla fustigazione per adulterio, è stata rimessa in libertà nel pomeriggio del 23 giugno. Era in carcere dall’agosto 2013, col suo primo figlio attualmente di 20 mesi, e in carcere avere dato la luce a un secondo figlio un mese fa.
La notizia era stata anticipata dall’ambasciatrice del Sudan, S.E. Hassan Gornass poco dopo un cordiale e costruttivo incontro con una delegazione di Amnesty International Italia che le aveva consegnato più di 21.000 firme raccolte nelle ultime settimane dall’organizzazione per i diritti umani.
Amnesty International ha colto l’occasione per chiedere la modifica degli articoli del codice penale che favoriscono condanne come quella di Meriam Ibrahim e che non sono in linea con gli obblighi internazionali del Sudan in materia di diritti umani e con la stessa Costituzione ad interim del Sudan.