Sudan, mezzo milione di sfollati a causa della violenza in Darfur

13 Marzo 2014

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In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato che nell’ultimo anno quasi 500.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case in Darfur, la regione del Sudan sconvolta da un conflitto in corso da 11 anni. Il rapporto, intitolato ‘Non ce la facciamo più: attacchi contro la popolazione civile nel Darfur centrale‘, denuncia attacchi deliberati di civili accompagnati da saccheggi, stupri e uccisioni: ‘Crimini di guerra che dimostrano un profondo disprezzo verso i più elementari principi del diritto internazionale’- ha sottolineato Michelle Kagari, vicedirettrice per l’Africa Orientale di Amnesty International.

I combattimenti tra due tribù del Darfur centrale, i salamat e i misseriya, hanno lasciato senza casa intere comunità e fatto numerosi morti e feriti. Amnesty International ha verificato che entrambe le parti hanno deliberatamente preso di mira i civili.
Le testimonianze oculari riprodotte nel rapporto di Amnesty International riferiscono inoltre di attacchi compiuti da milizie armate e membri delle forze paramilitari sudanesi contro i civili nella zona di Um Dukhun.

‘Sono arrivati con 30-50 automobili e altri a cavallo. Hanno circondato il villaggio e poi hanno iniziato a uccidere…  donne, bambini, anziani. Hanno saccheggiato i negozi. Indossavano le uniformi della polizia e delle Forze popolari di difesa. Urlavano ‘Siete degli schiavi, questa è la nostra terra, non è una terra per gli schiavi, vi uccideremo tutti’ – ha raccontato uno sceicco di Kabar.

‘Le autorità sudanesi devono immediatamente riportare sotto il loro controllo i gruppi paramilitari, avviare indagini rapide e imparziali sulle denunce di attacchi contro i civili e chiamare i responsabili a risponderne di fronte alla giustizia – ha affermato Kagari.

Dopo la secessione del Sud Sudan del 2011, il Sudan ha perso la maggior parte dei proventi del petrolio e la situazione economica è peggiorata. L’aumento dell’inflazione e della disoccupazione ha reso più aspra la contesa per la terra e le risorse, sfociata in violenze tra le comunità su larga scala.

A oltre un decennio dall’inizio del conflitto in Darfur, la situazione dei diritti umani in questa regione rimane agghiacciante.  La popolazione civile continua a subire le maggior conseguenze delle violazioni e degli abusi commessi dalle forze governative e dai gruppi armati.

‘La perdurante impunità in Darfur fa sì che chi commette violazioni dei diritti umani non si senta spinto a cessarle e incoraggia altri a comportarsi allo stesso modo. La comunità internazionale deve raddoppiare gli sforzi per garantire che i responsabilità di violazioni dei diritti umani siano chiamati a risponderne e che la popolazione civile non debba sopportare ulteriormente il peso di un ciclo di violenza che pare senza fine’ – ha concluso Kagari.