Sudan: ripugnante la condanna a morte di una donna a causa della sua religione

15 Maggio 2014

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Amnesty International ha definito ripugnante la sentenza con cui oggi un tribunale sudanese ha condannato a morte per apostasia e alle frustate per adulterio una donna cristiana all’ottavo mese di gravidanza.

Meriam Yehya Ibrahim, attualmente in carcere col suo primo figlio di 20 mesi, è stata condannata a morte dopo aver rifiutato di rinunciare alla sua fede.

Il fatto che una donna sia condannata a morte a causa della religione che ha scelto di professare e alle frustate per aver sposato un uomo di una presunta religione diversa è agghiacciante e orrendo. L’adulterio e l’apostasia non dovrebbero essere considerati reati. Siamo in presenza di una flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani‘ – ha dichiarato Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International. ‘Amnesty International considera Meriam una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identità religiosa. Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato‘ – ha concluso Idriss.