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Alla vigilia del Summit con gli Usa, previsto domani (martedì 10) in Slovenia, Amnesty International ha chiesto all’Unione europea (Ue) di prendere una chiara posizione sulle violazioni dei diritti umani commesse in nome della ‘guerra al terrore’.
Dopo aver finalmente chiesto, nel giugno 2006, la chiusura di Guantánamo – fa notare Amnesty International – l’Ue non ha offerto soluzioni costruttive per contribuire a porre fine a quel sistema di detenzioni illegali.
Attualmente, un quarto dei circa 280 detenuti ancora presenti a Guantánamo è stato autorizzato al rilascio. Queste persone non sono mai state accusate di alcun crimine da parte delle autorità statunitensi. Tuttavia, poiché non possono rientrare nel proprio paese a causa del rischio di subire torture, rimangono detenute a tempo indeterminato, in violazione delle norme internazionali sui diritti umani. L’Ue potrebbe e dovrebbe aiutare gli Usa a risolvere questa situazione, che oggi rappresenta uno degli ostacoli alla chiusura di Guantánamo, offrendo la propria disponibilità a ospitarle in Europa.
‘Anziché restare a guardare passivamente, l’Ue dovrebbe essere coinvolta insieme agli Usa nella ricerca di una soluzione che ponga fine a Guantánamo e alla sconfitta dello stato di diritto che quel centro di detenzione rappresenta – ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso l’Ue. ‘Quale migliore occasione del Summit di domani, cui prenderà parte il presidente Bush in persona?’
‘L’Ue ha l’obbligo di sollevare questioni relative ai diritti umani, specialmente quando sono particolarmente gravi. Se non lo farà, concederà uno status preferenziale agli Usa, minando la propria credibilità quando si tratterà di sollevare le stesse questioni con altri Stati’ – ha proseguito Berger. ‘Il Summit potrebbe essere l’occasione buona, evitando ulteriori imbarazzi all’Ue, anche per chiarire esattamente come la Cia abbia usato il territorio e lo spazio aereo europeo per le rendition’.
In occasione del Summit con gli Usa, Amnesty International ha chiesto alla presidenza slovena dell’Ue di:
sollecitare gli Usa a rinunciare al sistema delle commissioni militari per processare i detenuti, poiché tali organismi non rispettano le norme internazionali sui processi equi;
spingere gli Usa al ripudio di ogni forma di tortura, compreso il waterboarding (annegamento simulato) e chiedere chiarimenti sulla sorte di tutte le persone che attualmente si trovano in centri segreti di detenzione nonché su tutti gli aerei della Cia che sono transitati in Europa;
esprimere disappunto per la ripresa delle esecuzioni negli Usa, dopo la recente risoluzione dell’Onu che chiede una moratoria mondiale sulla pena di morte.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 9 giugno 2008
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