Svizzera, il ‘sì’ alle espulsioni pone a rischio i diritti umani

29 Novembre 2010

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All’indomani del referendum di domenica 28 novembre, Amnesty International ha chiesto alle autorità svizzere, a livello federale e cantonale, di non procedere a espulsioni di cittadini stranieri condannati per determinati reati se questo potrà  comportare violazioni dei diritti umani.

Il  52,9 per cento dei votanti ha sostenuto la richiesta di modificare la Costituzione svizzera, in modo da consentire la ‘automatica’ e immediata espulsione verso i paesi di origine di cittadini stranieri condannati per reati quali omicidio, stupro, rapina a mano armate, traffico di esseri umani, droga e frode sui contributi assistenziali.

Se introdotto, l’emendamento alla Costituzione significherebbe aver fatto prevalere iniziative xenofobe sul rispetto delle norme internazionali, prima tra tutte quella che vieta l’espulsione di una persona verso un paese dove potrebbe essere a rischio di tortura o di altre forme di persecuzione.  Rendendo ‘automatica’ l’espulsione, l’emendamento alla Costituzione eliminerebbe anche ogni possibilità di appello contro un decreto di espulsione.