Svizzera, pena ridotta per Lisa Bosia Mirra. Ma non basta: la solidarietà non è reato!

31 Ottobre 2019

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La Corte d’appello di Locarno, in Svizzera, ha ridotto la pena inflitta all’ex deputata Lisa Bosia Mirra dalla Procura penale di Bellinzona.

La Corte di Locarno l’ha assolta dall’accusa di aiuto al soggiorno illegale, ma ha mantenuto l’accusa di aiuto all’entrata e all’uscita illegali, riducendo la sanzione pecuniaria da 8800 a 2200 franchi con sospensione di due anni e annullando una multa supplementare di 1000 franchi.

Nell’estate del 2016 Lisa Bosia Mirra aveva svolto un ruolo cruciale nell’assistenza di coloro che, non potendo attraversare la frontiera, si accampavano attorno alla stazione di Como San Giovanni, a pochi chilometri dal confine tra Italia e Svizzera. In quel periodo, le guardie di frontiera svizzere rinviavano regolarmente minori in Italia, anche quando questi avevano chiesto la protezione della Svizzera, un paese in cui molti di loro avevano dichiarato di avere una famiglia.

Con la sua associazione Firdaus, Lisa Bosia Mirra aveva a organizzato la distribuzione quotidiana di cibo e vestiario e l’istituzione di un minimo di assistenza legale, soprattutto per i minori non accompagnati e le persone più vulnerabili.

In particolare, l’ex deputata aveva aiutato 20 persone, per lo più minori non accompagnati, ad attraversare il confine tra Italia e Svizzera.

“La Corte di Locarno ha confermato che accogliere un migrante irregolare in Svizzera per qualche giorno non è punibile. Ha inoltre confermato che non è punibile il fatto di fornire cibo a uno straniero in difficoltà, come pure offrire assistenza medica o dei consigli giuridici a un immigrante irregolare che sta per attraversare la frontiera. È un passo nella direzione giusta” ha dichiarato Reto Rufer, specialista in materia di asilo di Amnesty International Svizzera.

“Tuttavia la condanna inflitta a Lisa Bosia Mirra rimane iscritta nel suo casellario giudiziario. Ma Lisa non è una passatrice o una criminale, e non avrebbe mai dovuto essere perseguita o condannata in prima istanza. Addolorata di fronte alla disperazione dei giovani che aveva incontrato alla stazione di Como e dalla violazione dei loro diritti da parte delle autorità svizzere e italiane, l’ex deputata non ha avuto altra scelta che agire secondo la sua coscienza, anche se questo significava violare la legge”, ha sottolineato Rufer.

Lisa Bosia Mirra ha annunciato che ricorrerà al Tribunale Federale.