#Freehumanrightsdefenders

12 Luglio 2017

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In Turchia i difensori dei diritti umani sono sotto attacco.

Tra le persone colpite dall’ondata di repressione anche il presidente e la direttrice di Amnesty International Turchia.

Le accuse contro di loro sono infondate.

Il 5 luglio è stata arrestata, insieme ad altri sette difensori dei diritti umani e due formatori Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia. Per oltre 28 ore le autorità hanno rifiutato di fornire informazioni e hanno impedito agli arrestati di contattare le loro famiglie. La loro detenzione è stata autorizzata per sette giorni e estesa per altri sette prima che compaiano di fronte a un giudice. L’accusa, infamante e senza prove, è di “associazione terroristica“.

Far parte della lotta per i diritti è una grande sensazione. Solidarietà per sempre” – 8 luglio 2017, sede della Polizia per la sicurezza di Vatan, Istanbul

Taner Kılıç, presidente di Amnesty International Turchia, si trova da un mese in detenzione in attesa del processo. è incriminato per “appartenenza all’Organizzazione terroristica Fethullah Gülen”.

L’unico elemento addotto a sostegno dei presunti legami di Taner Kılıç con il movimento di Gülen è che nell’agosto 2014 sarebbe risultata installata sul suo telefono cellulare l’applicazione di messaggistica Bylock, che secondo le autorità turche era usata dai membri della “Organizzazione terroristica Fethullah Gülen“.

Non è stata presentata alcuna prova a sostegno di quest’affermazione e Taner Kılıç nega di aver mai scaricato o usato Bylock, applicazione della cui esistenza era stato ignaro fino a quando di recente era stata menzionata in occasione di arresti e condanne.

La repressione dopo il fallito colpo di stato del luglio 2016

Dopo il tentato colpo di stato in Turchia sono decine di migliaia le persone – tra cui medici, agenti di polizia, insegnanti, docenti universitari e soldati – etichettate come “terroristi” ed estromesse dal settore pubblico, che oggi lottano per la sopravvivenza.

La ricerca “Nessuna fine in vista: il futuro negato agli impiegati del settore pubblico della Turchia dopo la purga” è il frutto di 61 interviste svolte ad Ankara, Diyarbakır e Istanbul dal team guidato da Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia.

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