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Le organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione stanno seguendo con grande preoccupazione l’evolversi della crisi ucraina, con particolare riferimento all’arrivo sul territorio nazionale di persone in fuga dalla guerra.
Il ritardo sull’implementazione della Direttiva 55/2001, attraverso un DPCM che non è stato ancora pubblicato, produce incertezza e confusione.
Vogliamo ancora una volta sottolineare l’importanza di consentire a tutte le persone che chiederanno la protezione temporanea di accedere ai servizi (scolastico, sanitario, formativo, lavorativo, ecc.) alle stesse condizioni degli italiani e di non dover aspettare per questo il titolo di soggiorno, ma di poterlo fare già con il cedolino della richiesta, come peraltro previsto dal TU sull’immigrazione.
Ribadiamo la necessità di offrire protezione anche a tutti gli ucraini già presenti in Italia e senza titolo di soggiorno, per i quali è evidente l’impossibilità di tornare in Ucraina.
È indispensabile altresì comprendere nella protezione temporanea tutti quegli stranieri presenti in Ucraina prima del 24 febbraio, a prescindere dalla loro condizione giuridica. Decine di migliaia di studenti universitari rischierebbero altrimenti di dover abbandonare percorsi avviati con grande difficoltà e perdere la possibilità di finire un percorso di studi.
Non è in alcun modo giustificata l’eventuale sospensione della procedura asilo per coloro che vorranno allo stesso tempo chiedere la protezione temporanea.
Infine è necessario evitare per l’accesso alla PT la dimostrazione dell’uscita dal Paese dopo il 24 febbraio, documentazione che difficilmente è recuperabile in condizioni di guerra. Per questo suggeriamo di ricorrere all’auto dichiarazione, peraltro prevista dalla nostra legislazione.
Sul sistema d’accoglienza, già in difficoltà prima della crisi ucraina, consapevoli che si tratta di una situazione che per le dimensioni il nostro Paese non ha mai affrontato, riteniamo necessario avere innanzitutto una regia unitaria, che oggi pensiamo sia giusto attribuire alla Protezione Civile, con una centralità delle esperienze territoriali maturate in questi anni, in primo luogo della rete SAI, un coinvolgimento dei comuni ed un protagonismo delle organizzazioni del Terzo Settore e delle reti nazionali con esperienza consolidata.
Sull’accoglienza in famiglia chiediamo che siano valorizzate le esperienze già consolidate, con una centralità delle associazioni e degli enti locali, con l’obiettivo di non lasciare sole le famiglie che in queste settimane si sono fatte carico dell’accoglienza in misura consistente, sia attraverso risorse specifiche che con i servizi erogati da soggetti del terzo settore competenti.
Per quanto ci riguarda faremo la nostra parte per consentire una accoglienza che sia dignitosa e che si prenda cura delle persone e dei territori coinvolti, evitando, fin dove sarà possibile, le grandi strutture.
In ogni caso, per le dimensioni della crisi in corso, pensiamo sia utile che il governo nomini una commissione indipendente per monitorare la dinamica del sistema d’accoglienza, le procedure, comprese quelle relative al rilascio dei documenti, e la gestione concreta dell’accoglienza.
Per il Tavolo Asilo e Immigrazione: A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CGIL, CIES, CIR, CNCA, Comunità Papa Giovanni XXIII, CoNNGI, Emergency, Europasilo, Focus-Casa dei Diritti Sociali, Fondazione Migrantes, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, OXFAM, Refugees Welcome Italia, Senzaconfine, SiMM, UIL, UNIRE