Terza sentenza favorevole per la giornalista Khadija Ismayilova

7 Maggio 2020

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Per la terza volta, il 7 maggio, la Corte Europea dei Diritti Umani ha dato ragione alla giornalista Khadija Ismayilova, giungendo alla conclusione che il governo dell’Azerbaigian ha violato il suo diritto alla privacy.

Nel 2012 la giornalista e dissidente azera era stata al centro di una volgare campagna diffamatoria conclusasi con la pubblicazione di un video di contenuto sessuale girato da una telecamera nascosta nel suo appartamento.

Non solo il governo aveva lasciato correre. Ismayilova era stata condannata nel settembre 2015 a sette anni e mezzo di carcere, poi ridotti a tre, sulla base di accuse false. Considerata anche la detenzione preventiva, era stata rilasciata nel maggio 2016. Nel febbraio 2020 la Corte aveva stabilito che la sentenza era stata emessa “per ridurre al silenzio e punire il suo lavoro giornalistico“.

Un anno prima, nel gennaio 2019, la Corte aveva emesso il suo primo verdetto, concludendo che il governo dell’Azerbaigian aveva violato anche il diritto alla libertà d’espressione di Ismayilova.

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