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Somyot Prueksakasemsuk, difensore dei diritti umani e giornalista della Thailandia, è stato condannato il 23 gennaio 2013 a 10 anni di carcere, sulla base della legge sulla lesa maestà, per aver diffamato la famiglia reale in due articoli.
La legge thailandese punisce ogni parola o azione che ‘diffami, insulti o minacci il re, la regina, gli eredi al trono o il reggente’ con 15 anni di carcere per ciascuna specifica imputazione. Questa normativa è sempre più usata per reprimere il dissenso pacifico.
‘Questa sentenza rappresenta un colpo alla libertà d’espressione nel paese. Somyot Prueksakasemsuk, in carcere già dal 30 aprile 2011, è un prigioniero di coscienza e dev’essere rilasciato immediatamente. Gli sarebbe dovuto anche un risarcimento per il periodo trascorso ingiustamente in carcere’ – ha dichiarato Isabella Arradon, vicedirettrice di Amnesty International per l’Asia.
Amnesty International da tempo chiede la revisione della legge sulla lesa maestà in modo che sia in linea con gli obblighi internazionali della Thailandia, primo tra tutti il Patto internazionale sui diritti civili e politici, ratificato dal paese asiatico nel 1996.