Thailandia: la giustizia deve prevalere nella crisi politica

20 Aprile 2010

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(20 aprile 2010)

Tutte le parti coinvolte nel sempre più aspro conflitto politico in Thailandia devono immediatamente impegnarsi a porre fine alle violazioni dei diritti umani, ha dichiarato Amnesty International.

L’organizzazione per i diritti umani ha accolto con favore la promessa del governo di aprire un’indagine tempestiva, efficace e imparziale sulle recenti violenze e ha sollecitato le autorità a chiamare a rispondere del loro operato i responsabili di violazioni dei diritti umani, siano essi membri delle forze di sicurezza o manifestanti coinvolti in atti di violenza.

Nella notte di sabato 10 aprile, l’esercito thailandese ha tentato di allontanare i manifestanti del Fronte unito per la democrazia e contro la dittatura (Udd) dal quartiere vecchio di Bangkok, provocando la morte di almeno 25 persone (18 manifestanti, un giornalista straniero e sei membri delle forze di sicurezza) e oltre 840 feriti. L’esercito ha fatto ricorso alla forza letale durante le operazioni e alcuni manifestanti hanno usato pistole, granate e altre armi improvvisate. Restano in ospedale 134 persone, di cui sei in rianimazione.

Amnesty International riconosce l’obbligo del governo thailandese di proteggere la vita e garantire l’incolumità di tutta la popolazione, anche esercitando la dovuta diligenza per prevenire gli attacchi da parte di attori non statali.

L’organizzazione per i diritti umani ha anche sottolineato che il diritto alla libertà di assemblea tutela solo le riunioni pacifiche, mentre chi commette violazioni dei diritti umani deve essere chiamato a risponderne. I leader politici dell’opposizione, compresi l’ex Primo ministro Thaksin Shinawatra e tutti i membri dell’Udd, dovrebbero impegnarsi pubblicamente a porre fine agli abusi e chiedere espressamente ai loro sostenitori di non attaccare gli avversari politici.

Le forze di sicurezza thailandesi devono attenersi ai principi internazionali su come disperdere la folla e sull’uso della forza. Il 14esimo dei Principi fondamentali sull’uso della forza e  delle armi da fuoco sancisce: ‘Nel disperdere le riunioni violente, le forze di polizia possono usare le armi da fuoco solo quando non si può ricorrere a un mezzo meno pericoloso e solo se strettamente necessario. Le forze di polizia non useranno le armi da fuoco in tali casi, a meno che non sussistano le condizioni stabilite dal principio 9’.

A sua volta, il principio 9 sancisce: ‘Le forze di polizia non useranno armi da fuoco contro persone se non per autodifesa o difesa di altre persone contro l’imminente minaccia di morte o di grave ferimento, per prevenire un crimine particolarmente grave che minacci la vita, per arrestare una persona che rappresenta un pericolo e che oppone resistenza alle autorità o per prevenire la sua fuga e solo quando mezzi meno estremi siano insufficienti per raggiungere questi obiettivi. In ogni caso, l’uso intenzionale e letale delle armi da fuoco può essere posto in essere solo quando strettamente indispensabile per proteggere la vita’.