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In occasione del 23° anniversario della violenta repressione delle manifestazioni pacifiche di piazza Tiananmen, Amnesty International ha sollecitato ancora una volta le autorità cinesi ad avviare un’inchiesta indipendente sui fatti del 1989, rilasciare i prigionieri ancora in carcere per aver esercitato il loro diritto alla libertà d’espressione in relazione alle proteste del 1989, cessare di perseguitare gli attivisti che chiedono giustizia, fornire risarcimenti alle famiglie che hanno perso i loro cari e riconoscere la legittimità del movimento per la democrazia del 1989.
Centinaia, se non migliaia, di persone vennero uccise e ferite nella notte tra il 3 e il 4 giugno, quando l’esercito aprì il fuoco sui manifestanti disarmati. Nonostante il governo continui a vietare il dibattito pubblico su quegli avvenimenti, molti coraggiosi cinesi in questi anni hanno chiesto al governo di indagare e accertare le responsabilità del bagno di sangue.
Uno di loro era Ya Weilin, il cui figlio 22enne venne ucciso la notte tra il 3 e 4 il giugno 1989. Insieme a sua moglie, Zhang Zhenxia, Ya Weilin ha firmato petizioni e preso parte a manifestazioni per pretendere le scuse del governo nei confronti delle vittime e delle loro famiglie. Il 25 maggio di quest’anno, a 73 anni, Ya Weilin si è impiccato in un parcheggio. Ha lasciato un biglietto in cui accusava il governo di non avergli dato ascolto.
Ya Weilin collaborava col movimento delle Madri di Tiananmen, un gruppo che raccoglie informazioni sui manifestanti uccisi e chiede al governo di indagare. Molte persone che facevano parte di questo gruppo sono morte nell’ultimo anno, senza ricevere giustizia.
Wang Pejing è morta d’infarto nel febbraio 2011. In piazza Tiananmen aveva perso una figlia di 20 anni, Zhang Xianghong, uccisa da un proiettile alla testa.
Li Shujuan è morta d’infarto a 83 anni, nel febbraio 2011. Suo figlio, Ren Jianmin, 30 anni, era rimasto ferito da un proiettile che gli aveva causato danni permanenti. Si era suicidato alla fine dell’estate del 1989.
Pan Muzhi è morta di cancro a 74 anni nel maggio 2011. Suo figlio, Lin Renfu, 30 anni, venne schiacciato da un carro armato che lo investì mentre stava andando in bicicletta.
Xiao Changyi è morta nel maggio 2011 a 74 anni. Suo figlio Xiao Bo, 27 anni, una moglie e due figli, era stato ucciso da un proiettile esploso da un soldato.
Yang Yinsham è morto nel luglio 2011 a 80 anni. Suo figlio Yang Zhenjiang, 30 anni, era morto dopo che un proiettile gli aveva reciso l’arteria di una gamba.
Yuan Kezhi è morta nell’agosto 2011 a 95 anni. Suo figlio Yuan Li, 29 anni, era morto colpito da un proiettile alla gola.