Tempo di lettura stimato: 2'
In relazione alla sentenza con cui il tribunale civile di Genova ha condannato lo stato italiano a pagare 175.000 euro di risarcimento a Tania W. una cittadina tedesca che nel 2001, subì torture all’interno della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto del capoluogo ligure, il presidente di Amnesty International Antonio Marchesi ha fatto il seguente commento:
“La sentenza del tribunale civile di Genova, unica risposta giudiziaria ancora possibile di fronte alla tortura sistematica portata a termine nel 2001 da parte delle forze di polizia contro decine di persone, merita apprezzamento per diverse ragioni”.
“Fra queste vi sono le motivazioni dell’entità particolarmente elevata del risarcimento, dovuto alla brutalità e irrazionalità delle aggressioni, ma anche alle umiliazioni e ai traumi psichici subiti; il riconoscimento, ancora una volta, che si è trattato di vera tortura, un termine che – come rileva la sentenza – ancora non trova spazio nel codice penale; e l’evidenza data, ai fini del risarcimento, alle false accuse mosse alla vittima, secondo la prassi di minimizzare la gravità dei fatti attraverso la stigmatizzazione di quest’ultima.”
“La speranza è che questa sentenza contribuisca a convincere finalmente il legislatore che quella di introdurre il reato di tortura nel codice penale è una scelta giusta e utile”.