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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è stata già segnata da attacchi indiscriminati contro aree civili e strutture protette come gli ospedali.
Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha verificato tre attacchi del genere, compiuti il 24 febbraio, in cui sono morti almeno sei civili e ne sono rimasti feriti altri 12.
Questi attacchi, vietati dal diritto internazionale, possono costituire crimini di guerra.
Alle 7 del 24 febbraio a Uman, nella regione di Cherkasy, un civile è stato ucciso da un attacco che ha danneggiato un ristorante.
Alle 8, nella regione di Kharkiv, il presunto obiettivo – la base militare di Chuhuiv – è stato mancato ed è stato invece colpito un gruppo di palazzi. Ne è seguito un vasto incendio. Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite. La dimensione dell’unico cratere prodotto dall’esplosione tra gli edifici fa pensare che si sia trattato di un missile o di un razzo.
Alle 10.30 c’è stato l’attacco più grave: un missile è atterrato nei pressi dell’ospedale di Vuhledar, nella regione di Donetsk, uccidendo quattro civili e ferendone altri dieci, tra cui sei operatori sanitari. Gli esperti di Amnesty International hanno verificato che si è trattato di un missile balistico 9M79 Tochka, un’arma estremamente imprecisa, che regolarmente manca il bersaglio di mezzo chilometro se non di più e che non dovrebbe mai essere usata nei centri abitati.