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“Il rilascio di Iman al-Najfan, Aziza al-Yousef e Ruqayyah al-Mhareb, che dopo 10 mesi da incubo di detenzione arbitraria e tortura possono tornare a casa e abbracciare i loro cari, è una notizia positiva”, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.
La scorsa settimana era iniziato il processo presso un tribunale della capitale Riad, nei confronti di 11 attiviste saudite per i diritti umani.
Alcune delle imputate sono accusate di aver promosso campagne per i diritti delle donne e aver chiesto la fine del sistema del guardiano maschile. Altre devono rispondere del “reato” di aver contattato organizzazioni internazionali – tra cui la nostra – organi d’informazione e gruppi di attivisti.
Le attiviste sotto processo sono Loujain al-Hathloul, Iman al-Nafjan, Aziza al-Yousef, Amal al-Harbi, Ruqayyah al-Mharib, Nouf Abdulziaz, Maya’a al-Zahrani, Shadan al-Anezi, Abir Namankni, Hatoon al-Fassi e un’altra persona di cui non è noto il nome.
In riferimento alla libertà provvisoria per le tre donne, Maalouf ha aggiunto: “Si tratta di un provvedimento a lungo dovuto, dato che queste donne non avrebbero dovuto mai essere arrestate e che il loro rilascio non dovrebbe affatto essere ‘provvisorio’. Per 10 mesi sono state chiuse in una cella, separate dai loro cari, sottoposte a torture e minacciate solo per aver invocato in modo pacifico i diritti delle donne e aver espresso le loro opinioni“.
“Chiediamo alle autorità saudite di annullare tutte le accuse nei confronti di Iman al-Najfan, Aziza al-Yousef e Ruqayyah al-Mhareb e delle altre difensore dei diritti delle donne e che tutte siano rilasciate immediatamente e senza alcuna condizione“, ha proseguito Maalouf.
“Le autorità saudite dovranno inoltre assicurare che le denunce di tortura ai danni delle detenute siano indagate in modo indipendente e imparziale e rispettare il diritto di queste ultime a una riparazione per la detenzione arbitraria e le altre violazioni dei diritti umani che hanno subito”, ha concluso Maalouf.
Continuiamo a chiedere alle autorità saudite di rilasciare immediatamente e senza condizioni le attiviste. In attesa del loro rilascio, le autorità saudite dovranno consentire alle imputate di avere un avvocato di loro scelta e ai rappresentanti diplomatici di assistere alle udienze.