Trentadue afgani bloccati alla frontiera tra Polonia e Bielorussia

7 Settembre 2021

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Amnesty International ha sollecitato le autorità polacche a consentire l’ingresso e a fornire assistenza umanitaria a un gruppo di 32 persone provenienti dall’Afghanistan bloccate da due settimane alla frontiera tra Polonia e Bielorussia senza cibo, acqua pulita, luoghi dove ripararsi e medicine.

Dopo essere state respinti dalla Polonia, quattro donne, 27 uomini e una bambina di 15 anni sono guardati a vista dalle guardie di frontiera dei due stati nella zona di Usnarz Górny, senza che le rispettive autorità si assumano la responsabilità della loro protezione.

Il 24 agosto una delegazione di Amnesty International ha incontrato il gruppo, che ha denunciato di essere stato respinto con la forza e dietro la minaccia di ulteriori violenze verso la Bielorussia.

“Queste persone sono fuggite dalla situazione disperata dell’Afghanistan. Circondandole con guardie di frontiera armate, la Polonia sta mostrando totale disprezzo per i loro diritti”, ha dichiarato

Aleksandra Fertlińska di Amnesty International Polonia.

Avvocati, operatori sanitari e osservatori sui diritti umani non sono autorizzati a incontrare il gruppo, che dunque non ha alcun modo di presentare domanda d’asilo politico.

Dopo che il 6 luglio il presidente bielorusso Lukashenka ha avvisato che non avrebbe fermato i transiti lungo i confini, pare che le guardie di frontiera della Bielorussia stiano aiutando a far passare persone all’interno di Lituania e Polonia.

La settimana scorsa il governo polacco ha annunciato modifiche a due norme sugli stranieri, rendendo così impossibile l’ingresso irregolare in Polonia di chi vuole chiedere asilo politico. Il 20 agosto il ministro dell’Interno di Varsavia ha ordinato la chiusura delle frontiere alle persone che cercano di entrare “irregolarmente”, obbligandole a lasciare immediatamente il territorio polacco fino a ulteriore avviso.

Sulla base del diritto internazionale dei rifugiati e della normativa dell’Unione europea, la Polonia è obbligata a valutare individualmente tutte le richieste d’asilo. Amnesty International ha pertanto chiesto alle autorità polacche di porre fine ai respingimenti, annullare le recenti modifiche legislative e assicurare l’accesso in territorio polacco a coloro che cercano protezione.

“Nel corso di questi anni, le clamorose violazioni dei diritti umani dei rifugiati e dei richiedenti asilo alle frontiere di vari stati membri dell’Unione europea sono aumentate nella completa impunità. Respingimenti e barriere sono diventati il tratto dominante delle politiche sull’immigrazione di molti stati europei”, ha commentato Fertlińska.

“Queste 32 persone stanno solo cercando di mettersi in salvo. L’unica risposta appropriata da parte dei governi degli stati membri dell’Unione europea che confinano con la Bielorussia è iniziare a rispettare i propri obblighi assicurando che i richiedenti asilo accedano ai loro territori e possano chiedere asilo”, ha concluso Fertlińska.