Trent’anni dal massacro di Tiananmen: Amnesty International Italia lo ha ricordato a Roma nei pressi dell’Ambasciata cinese

3 Giugno 2019

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Una gigantografia di un carrarmato davanti alla quale attiviste e attivisti di Amnesty International Italia si sono posti in gesto di sfida, ricordando l’iconica immagine dell’uomo che per qualche istante fermò l’avanzata dell’esercito cinese in piazza Tiananmen.

In questo modo nel pomeriggio del 3 giugno, a Roma, nei pressi dell’Ambasciata della Repubblica popolare cinese l’organizzazione per i diritti umani ha commemorato il trentesimo anniversario del massacro di Pechino del 1989.

Il 3 e il 4 giugno 1989 a Pechino i soldati aprirono il fuoco contro le manifestazioni pacifiche di piazza Tiananmen e dintorni uccidendo centinaia se non migliaia di persone che chiedevano riforme politiche.

Anche quest’anno in Cina è proibito ricordare e commemorare i fatti di Tiananmen. Nelle ultime settimane la polizia ha arrestato, posto agli arresti domiciliari o minacciato decine di attivisti, compresi i familiari delle vittime.

Durante la manifestazione, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International hanno ricordato le richieste che l’organizzazione per i diritti umani continua a rivolgere alle autorità di Pechino:

  • riconoscere pubblicamente le violazioni dei diritti umani commesse a Tiananmen nel 1989;
  • avviare un’indagine pubblica e indipendente e chiamare i responsabili delle violazioni dei diritti umani a risponderne di fronte alla giustizia;
  • risarcire le vittime del massacro del 1989 e i loro familiari;
  • porre fine alle minacce e ai procedimenti giudiziari contro coloro che commemorano o parlano pubblicamente delle proteste del 1989 e coloro che, più in generale, esercitano il loro diritto alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica.