Tunisia, sei dissidenti in carcere per accuse infondate

10 Ottobre 2023

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Amnesty International ha chiesto la scarcerazione di sei dissidenti tunisini arrestati quasi otto mesi fa per l’infondata accusa di “cospirazione contro la sicurezza dello stato”, solo a causa delle loro legittime e pacifiche attività politiche.

Gli avvocati Ghazi Chaouachi e Ridha Bel Hadj, gli esponenti politici Khayam Turki e Abdelhamid Jlassi e gli attivisti dell’opposizione Jaohar Ben Marek e Issam Chebbi restano in detenzione preventiva senza processo. La scorsa settimana Ben Marek ha iniziato uno sciopero della fame.

Il giro di vite nei confronti dell’opposizione e dell’attivismo sta diventando sempre più ampio. Il 2 ottobre è stato sottoposto a interrogatori un noto avvocato per i diritti umani, Ayachi Hammami. Lo stesso giorno altri due avvocati, Islam Haza e Dalila Ben Mbarek Msaddak sono stati iscritti nel registro degli indagati per aver rilasciato un’intervista.

Dal febbraio 2023, la magistratura tunisina ha avviato indagini su almeno 40 persone per varie ipotesi di reato, quali “tentativo di cambiare la natura dello stato”, “costituzione di un’organizzazione terrorista” e “cospirazione”.

Chaima Issa, leader del gruppo politico di opposizione “Fronte di salvezza”, e l’avvocato Lazhar Akermi, arrestati nel febbraio 2023, sono stati scarcerati con la condizionale il 13 luglio ma rimangono sotto inchiesta.