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Le maggiori organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto l’assoluzione per i 19 difensori dei diritti umani, diciotto studenti e un membro del personale accademico dell’Università tecnica del Medio Oriente (Middle East Technical University, Metu), accusati di aver partecipato a una parata del Pride nel 2019. Il verdetto è atteso per giovedì.
Rischiano fino a tre anni di reclusione semplicemente per aver organizzato e preso parte alla marcia del Pride nel campus, che la direzione dell’ateneo aveva illegittimamente vietato.
“Nell’estate del 2019, la polizia ha risposto con spray al peperoncino, proiettili di plastica e gas lacrimogeni agli studenti e alle persone che hanno partecipato in maniera pacifica a una celebrazione dell’amore e della solidarietà. Diciannove di essi sono stati anche trascinati in tribunale con accuse penali infondate e rischiano assurde condanne al carcere”, ha dichiarato Nils Muižnieks, direttore di Amnesty International per l’Europa.
“La parata del Pride è stata vietata senza basi giuridiche e i coraggiosi studenti che hanno sfidato il divieto hanno visto violati i propri diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. Devono essere assolti”, ha proseguito Nils Muižnieks.
Le 19 persone sono accusate di “partecipazione a una riunione illegittima” e “di mancata dispersione nonostante gli avvertimenti”.
Tutto ciò malgrado, a febbraio del 2019, la Corte amministrativa di appello di Ankara avesse eliminato il divieto generalizzato introdotto durante lo stato di emergenza, in base al quale venivano proibite tutte le attività Lgbti+ ad Ankara e sul quale si fondava la motivazione giuridica della direzione dell’università per vietare il Pride annuale nel campus.
Nonostante avessero ricevuto diversi appelli per assicurare che il Pride potesse svolgersi, il giorno della marcia le autorità universitarie hanno chiamato la polizia per disperdere gli studenti. Mentre erano seduti tranquillamente sul prato, gli studenti sono stati affrontati con spray al peperoncino, proiettili di plastica e gas lacrimogeni. Molti sono rimasti feriti e tanti sono stati arrestati arbitrariamente.
Un anno dopo, nel giugno del 2020, un altro tribunale amministrativo di Ankara ha ribaltato il divieto illegale dell’università, confermando l’assenza di basi giuridiche.
“Nel contesto di una crescente omofobia in Turchia, ogni anno gli studenti e il personale della Metu marciano nel proprio campus per celebrare il Pride e chiedere uguaglianza e dignità per le persone Lgbti+ e hanno il diritto di farlo”, ha commentato Nils Muižnieks.
“L’unico risultato giusto in questo iniquo procedimento nei confronti di 19 difensori dei diritti umani per la loro partecipazione alla pacifica marcia del Pride è la loro completa assoluzione”, ha concluso Nils Muižnieks.
Ulteriori informazioni
Il caso degli studenti della Metu fa parte di Write for Rights, la campagna globale di Amnesty International, lanciata lo scorso mese.
La dichiarazione è stata firmata da Agir ensemble pour les droits humains, Amnesty International, Civil Rights Defenders, Front Line Defenders, Human Rights Without Frontiers, Ilga-Europe – regione europea dell’Associazione internazionale di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, Comitato di Helsinki per i Paesi Bassi e dalla Federazione Internazionale per i diritti umani e dall’Organizzazione mondiale contro la tortura nell’ambito dell’Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani.