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Amnesty International ha definito “incomprensibile” la decisione della Corte costituzionale della Turchia di respingere la richiesta del leader della società civile Osman Kavala affinché venisse posta fine alla sua detenzione preventiva, che va avanti da quasi 600 giorni.
Kavala è stato arrestato il 18 ottobre 2017 con l’accusa di “tentativo di rovesciare l’ordine costituzionale” e “tentativo di rovesciare il governo della repubblica o di impedirgli di svolgere i suoi compiti”.
Nei giorni successivi, gli organi d’informazione vicini al governo hanno avviato una campagna diffamatoria nei suoi confronti, associandolo alle persone sospettate di aver organizzato il tentato colpo di stato del luglio 2016 e accusandolo poi di aver finanziato le proteste del 2013 al Gezi Park di Istanbul e di averne favorito la diffusione in altre città turche.
Insieme ad altri 15 imputati, Kavala rischia l’ergastolo. La prima udienza del processo dovrebbe tenersi tra il 24 e il 25 giugno nella prigione di Silivri.
Nato a Parigi nel 1957, Kavala è il co-fondatore di Iletisim Yayinlari, una delle più grandi case editrici turche e presiede l’istituto Anadolu Kültür, da lui fondato e divenuto un punto di riferimento prezioso per comprendere la società civile turca.