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I tre giornalisti di VICE News arrestati la notte tra il 27 e il 28 agosto a Diyarbakir, la principale città curda della Turchia, sono stati rinviati a giudizio il 1° settembre con l’accusa di “aver commesso un crimine per conto di un’organizzazione illegale”. Amnesty International chiede il loro rilascio immediato.
Jake Hanrahan e Philip Pendlebury, arrivati da Londra, e un loro collega locale, di cui non si conosce il nome, si erano limitati a fare il loro mestiere, riprendendo uno dei tanti scontri tra la polizia e giovani curdi in corso nella Turchia sud-orientale dal 20 luglio, data in cui si è interrotto il fragile processo di pace tra governo di Ankara e il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), all’indomani dell’attentato di Suruc contro i giovani militanti socialisti in procinto di andare a Kobane.
Le autorità turche fanno spesso ricorso alle leggi anti-terrorismo per prendere di mira i giornalisti. Ad aprile Frederike Geerding, una giornalista olandese che lavora a Diyarbakir, è stata prosciolta dall’infondata accusa di “propaganda per un’organizzazione terrorista” ma la procura ha fatto appello contro l’assoluzione.