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Amnesty International condanna il divieto infondato e arbitrario per il sesto anno consecutivo dell’Istanbul Pride in chiara violazione del diritto alla libertà di riunione pacifica e di espressione e l’uso non necessario ed eccessivo della forza da parte delle forze di polizia, sabato 26 giugno, nei confronti dei partecipanti alla marcia nel distretto centrale di Beyoğlu. Le accuse di tortura e altri maltrattamenti devono essere oggetto di indagini tempestive, indipendenti e imparziali e i funzionari statali giudicati responsabili devono essere assicurati alla giustizia con processi equi.
Secondo testimoni oculari, inclusi avvocati che erano presenti come osservatori e per offrire assistenza legale ai partecipanti, l’intervento della polizia è iniziato intorno alle 15 senza alcun annuncio o avviso. Un difensore dei diritti umani che ha assistito a episodi di uso eccessivo della forza ha riferito ad Amnesty International che la polizia antisommossa ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma sui manifestanti e altre persone presenti in strada. Circa 25 persone sono state trattenute, e a molte sono stati sequestrati i telefoni per rimuovere foto e video di denuncia.
Amnesty International ritiene che la messa al bando dell’Istanbul Pride del 2021 e il successivo uso eccessivo della forza, comprese la tortura o altri maltrattamenti, sono violazioni degli obblighi della Turchia ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani. Le autorità turche devono porre fine a queste violazioni.