Turchia, l’arresto dei giornalisti altro esempio di criminalizzazione del dissenso

16 Dicembre 2014

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Amnesty International ha sollecitato le autorità turche a rilasciare i giornalisti arrestati il 14 dicembre a meno che non vi siano prove credibili che essi abbiano commesso reati riconosciuti a livello internazionale.

Il fatto che gli arrestati appartengano a una parte dei mezzi d’informazione che ha avuto un ruolo determinante nel rendere pubbliche le denunce sulla corruzione all’interno del governo, mette in forte discussione le ragioni del loro arresto.

Le autorità turche vantano una lunga tradizione nel ricorso alle ampie formulazioni delle norme antiterrorismo per prendere di mira oppositori politici e vi sono buoni motivi per credere che anche questa volta sia andata così.

L’abuso di queste leggi ha contribuito in modo decisivo alla criminalizzazione del dissenso e alla violazione del diritto alla libertà d’espressione in Turchia.

L’ufficio della procura di Istanbul ha reso noto che 27 tra giornalisti ed ex giornalisti sono sotto interrogatorio con l’accusa di aver istituito, diretto o fatto parte di un’organizzazione armata e di aver, nell’ambito di tale organizzazione, falsificato informazioni e diffuso false notizie.