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Amnesty International ha accolto favorevolmente gli emendamenti alla legge su Internet raccomandati dal presidente al momento della firma, il 18 febbraio, e approvati dal parlamento turco il 26 febbraio. All’indomani della prima approvazione parlamentare, il 5 febbraio, l’organizzazione per i diritti umani aveva dichiarato che la legge avrebbe causato violazioni dei diritti alla libertà d’espressione e alla riservatezza.
Gli emendamenti apportati il 26 febbraio fanno sì che la decisione per via amministrativa di bloccare contenuti online per ragioni di riservatezza sarà automaticamente sottoposta all’approvazione di un tribunale, che dovrà prendere una decisione entro 48 ore. È dunque garantita una supervisione giudiziaria sulle decisioni amministrative di bloccare contenuti online e si evita che chi si è visto negare il diritto alla libertà d’espressione debba assumere l’onere del ricorso a un giudice.
Un altro emendamento prevede che le richieste ai provider e agli host di fornire informazioni sul traffico online degli utenti debbano essere approvate da un tribunale e solo se ciò è necessario a fini di un’indagine penale.
Amnesty International resta comunque preoccupata per il fatto che il testo approvato dal parlamento il 5 febbraio continua a prestarsi ad applicazioni arbitrarie tanto dagli organi amministrativi quanto dalle autorità giudiziarie. Già dalla sua entrata in vigore, nel 2007, la legge su Internet è stata usata per limitare iniquamente la libera espressione. Il testo modificato il 5 febbraio rende quei limiti ancora più stringenti.
Amnesty International controllerà come sarà applicata la legge e continuerà a chiedere che sia emendata fino a quando non sarà in linea con gli standard internazionali sulla libertà d’espressione.