Tempo di lettura stimato: 6'
La polizia in Turchia si rifiuta di ammettere che a seguito degli arresti di massa effettuati durante notte a Istanbul, diverse persone si trovano in stato di detenzione, ha dichiarato oggi Amnesty International.
Si ritiene che più di un centinaio di persone siano state arrestate durante le manifestazioni di sabato notte nell’area di Taksim, obiettivo principale delle proteste, e nei quartieri vicini di Harbiye e Mecidiyekoy. Non è noto l’effettivo numero di fermati, ma è probabile che sia significativamente più alto.
L’Associazione forense di Istanbul ha dichiarato ad Amnesty International di essere a conoscenza dell’arresto di circa 70 persone, viste al momento del fermo, delle quali non è stato possibile verificare il luogo in cui si trovano attualmente.
‘Dopo una notte di scioccante violenza da parte della polizia, le autorità stanno negando un giusto trattamento alle persone fermate. La polizia deve rilasciarle immediatamente oppure rivelare il luogo in cui sono detenute e permettere le visite dei familiari e degli avvocati’, ha dichiarato Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia, che si trova attualmente a Istanbul.
Durante le proteste in corso a Istanbul, che durano ormai da quasi tre settimane, Amnesty International ha ricevuto notizie costanti e credibili di manifestanti picchiati dalla polizia al momento dell’arresto e trasferiti in custodia dove sono stati loro negati cibo, acqua e l’uso dei servizi igienici fino a 12 ore.
Il fatto che il luogo in cui sono trattenuti i manifestanti non sia noto accresce i timori che essi possano essere stati maltrattati dalla polizia.
La polizia è intervenuta contro i manifestanti pacifici di piazza Taksim con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e granate stordenti a partire dalle 20.30 di sabato 15 giugno. Il ricercatore di Amnesty International sulla Turchia, che si trovava in piazza Taksim al momento dell’intervento della polizia, ha dichiarato che le proteste erano pacifiche e che l’intervento violento della polizia è stato ingiustificato.
‘Le proteste erano molto tranquille e non vi è alcun motivo legittimo per vietare tutte le forme di protesta nella zona’, ha dichiarato Gardner.
‘Piccoli gruppi di manifestanti cantavano slogan in diverse zone di piazza Taksim. La polizia prima ha avvisato le persone di lasciare la piazza e poi ha attaccato da almeno due postazioni con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e granate stordenti, spingendole fuori dalla piazza. I manifestanti erano pacifici, si limitavano a cantare slogan.
‘Ho visto utilizzare lacrimogeni e cannoni ad acqua per sgomberare il parco Gezi. Vi sono anche segnalazioni dell’uso di proiettili di plastica da parte della polizia e dell’arresto di medici che lavoravano nelle strutture mediche di fortuna presenti in piazza.
‘Mentre ho osservato le proteste a Taksim o nella vicina Cihangir dalle 20.30 fino all’alba, non ho mai visto alcuna violenza da parte dei manifestanti contro la polizia. Durante questo periodo la
polizia ha continuamente attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua’.
Il numero di persone ferite durante il violento intervento della polizia, che è durato tutta la notte in diverse zone della città, non è noto ma si pensa che sia nell’ordine delle centinaia. A un certo punto la polizia ha sparato gas lacrimogeni direttamente in un ospedale improvvisato davanti all’hotel Divan a Harbiye, dove i medici stavano curando molte persone.
Oggi, mentre le violenze della polizia continuano in modo sporadico in diverse aree della città, si è vista la polizia arrestare i medici che curavano i manifestanti feriti in strutture sanitarie di fortuna presso l’hotel Ramada a Osmanbay, vicino a Taksim. Il ministro della Salute aveva dichiarato in precedenza che le strutture mediche di fortuna sono illegali e che i medici che ci lavorano potrebbero essere perseguiti.
‘È assolutamente inaccettabile che i medici siano minacciati di azioni giudiziarie per aver fornito cure mediche a persone in stato di necessità. I medici devono essere rilasciati immediatamente e qualsiasi minaccia deve essere rimossa’, ha dichiarato Gardner.
Le proteste hanno avuto luogo a seguito di una grande manifestazione ad Ankara in cui il primo ministro Recep Tayyip Erdogan, parlando ai suoi sostenitori, ha attaccato i manifestanti del parco Gezi, minacciando di cacciarli dal parco con la forza. Una manifestazione simile è prevista per domenica pomeriggio ad Istanbul. I manifestanti chiedono ai sostenitori di continuare a marciare verso Taksim anche oggi.
Il ricercatore di Amnesty International sulla Turchia, Andrew Gardner, si trova a Istanbul. Segui i suoi aggiornamenti dal vivo su Twitter: @andrewegardner.