Turchia, procedimenti giudiziari iniqui verso minori

17 Giugno 2010

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La Turchia deve porre fine agli iniqui procedimenti giudiziari verso i minori nell’ambito delle leggi antiterrorismo

(17 giugno 2010)

In un rapporto diffuso il 17 giugno, Amnesty International ha chiesto alle autorità della Turchia di porre fine agli illegittimi procedimenti giudiziari nei confronti dei minori ai sensi della rigida normativa antiterrorismo.

Nel rapporto, intitolato ‘Tutti i bambini hanno i diritti: porre fine agli iniqui procedimenti giudiziari verso i minori nell’ambito della legislazione antiterrorismo in Turchia‘, l’organizzazione mette in risalto le sistematiche violazioni dei diritti dei minori commessi nelle fasi dell’arresto, della detenzione e del processo.

Migliaia di bambini, alcuni persino di 12 anni, sono stati sottoposti a procedimenti giudiziari, unicamente per la loro presunta partecipazione a manifestazioni considerate dal governo azioni di sostegno al terrorismo. Queste iniziative vengono indette su temi di particolare rilevanza per la comunità curda e spesso degenerano in scontri con le forze di polizia.

Il rapporto di Amnesty International si basa sui racconti dei minori riguardo ai maltrattamenti subiti durante l’arresto e la fase di custodia della polizia. Malgrado i numerosi resoconti sull’eccessivo uso della forza e su altri maltrattamenti, nessun funzionario di polizia è stato portato davanti alla legge.

In molti casi le misure di tutela legale per i minori in detenzione preventiva non sono state rispettate.

I minori accusati di aver partecipato a manifestazioni vengono portati nella sezione antiterrorismo della stazione di polizia, insieme a detenuti adulti, anziché nella sezione minori, e sono spesso sottoposti a interrogatori non ufficiali in assenza di avvocati o di assistenti sociali. Le dichiarazioni rese vengono usate in seguito come prove nel procedimento penale a loro carico‘ – ha detto Andrew Gardner, esperto sulla Turchia di Amnesty International.

Un minore ha raccontato ad Amnesty International il suo arresto durante una manifestazione a Diyarbakir: ‘Un poliziotto mi ha afferrato e colpito con un manganello. Ho cercato di fuggire ma un altro agente mi ha bloccato e colpito a sua volta. Dopodiché quattro o cinque poliziotti mi hanno preso a calci e pugni‘.

Una volta arrestati, i minori rimangono spesso in custodia per mesi in attesa del verdetto. Durante questo periodo sono trattati allo stesso modo degli adulti e non viene previsto per loro nessun programma per consentire il proseguimento degli studi.

I procedimenti sono spesso basati su prove inconsistenti o dichiarazioni rese sotto pressione. I minori sono poi processati nei tribunali ordinari in violazione della legge sui minori. Molti casi si concludono con un verdetto di colpevolezza e pene detentive per diversi anni.

La normativa antiterrorismo che riguarda i minori è vaga ed eccessivamente ampia nella sua formulazione e iniqua nella sua applicazione da parte di giudici e pubblici ministeri. Le modifiche annunciate da lungo tempo non cambierebbero l’ampia e vaga definizione di crimini legati al terrorismo sotto la quale i minori sono sottoposti a procedimenti giudiziari.

Le autorità turche sono obbligate secondo le leggi nazionali e internazionali a tutelare i diritti dei minori durante l’arresto, la detenzione e il processo. Tuttavia, questi diritti sono sistematicamente violati. Gli arresti e i procedimenti continuano‘- ha proseguito Gardner.

Le autorità turche devono riformare al più presto la normativa antiterrorismo e adeguarla agli standard internazionali. Inoltre, devono prevedere e attuare una serie di misure per assicurare che i diritti dei minori non vengano violati‘- ha concluso Gardner.