Uccisione di Steven Sotloff

3 Settembre 2014

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La decapitazione del giornalista statunitense Steven Sotloff da parte di militanti dello Stato islamico è l’ultimo di una serie di crimini di guerra commessi dal gruppo armato in Siria e Iraq.

L’uccisione di Sotloff è tuttavia solo la punta dell’iceberg delle sconvolgenti atrocità di cui si è reso responsabile lo Stato islamico. Quest’anno centinaia, se non migliaia, di persone sono state uccise in modo sommario nella regione: appartenenti a minoranze etniche e religiose, soldati, poliziotti e giornalisti.

Il 24 agosto circa 150 soldati dell’esercito di Damasco sono stati uccisi dallo Stato islamico quando ha assunto il controllo della base aerea di Taqba, nel nord-est della Siria. Decine di altri siriani, bambini compresi, sono stati uccisi in pubblico per aver commesso tutta una serie di ‘reati’.

In Iraq, centinaia di soldati sono stati messi a morte in modo sommario a Tikrit, passata nelle mani dello Stato islamico a giugno.

Ad agosto, lo Stato islamico ha ucciso centinaia di civili yazidi nella regione di Sinjar, nel nord dell’Iraq.

‘L’uccisione di due giornalisti statunitensi aumenta l’urgenza di assicurare il rilascio delle persone ancora tenute in ostaggio dallo Stato islamico. Occorre fare ogni sforzo per assicurare giustizia alle centinaia di altre vittime dei crimini dello Stato islamico e per proteggere le minoranze che restano il principale obiettivo degli attacchi del gruppo armato’ – ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.