Ucraina: fermare l’aggressione

12 Luglio 2022

Tempo di lettura stimato: 2'

di Marta Serafini, giornalista de Il Corriere della Sera

Non è solo una guerra. È la guerra. La guerra che ha coinvolto l’Europa e il mondo intero. Ma sbagliamo quando, nel raccontarla, dimentichiamo come siano lontane le sue origini e quanto in profondità vadano le sue radici. Prima di tutto nel 2014, nel Donbass, un conflitto cruento, dimenticato, cui bisogna guardare quando si raccontano i fatti di queste settimane. Ma se si vuole riavvolgere parte del nastro bisogna tornare indietro anche al conflitto siriano, durante il quale abbiamo lasciato che i crimini di guerra commessi dal dittatore siriano Bashar Assad, con il supporto e l’aiuto di Vladimir Putin, non fossero puniti. Ora i massacri, le armi chimiche, gli stupri, le violenze tornano a far parte del nostro dibattito quotidiano.Ma furono commessi anche allora, senza che il mondo occidentale si preoccupasse troppo. L’errore di base (e accade anche oggi mentre l’attenzione sui fatti ucraini già cala) è pensare che ciò che accade altrove non ci riguardi. L’ingenuità è pensare che chi ha commesso queste atrocità una volta non possa dare ordine di nuovo di perpetrarle. Questo conflitto, forse più di altri, non solo ci ha portato alla memoria traumi e ferite del passato, facendoci ripiombare nell’angoscia dei treni carichi di esseri umani in fuga o riportando davanti ai nostri occhi luoghi e oggetti come trincee, cavalli di frisia, carri armati e sacchi di sabbia.

 

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