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Dopo gli attacchi contro una scuola e un autobus nella città di Donetsk, che il 1° ottobre hanno provocato almeno nove vittime civili, Amnesty International è tornata a chiedere alle forze governative ucraine e ai gruppi ribelli di cessare immediatamente di compiere attacchi indiscriminati contro i centri abitati.
Quattro dei nove civili sono morti nel cortile di una scuola, nel primo giorno di apertura; gli altri cinque erano a bordo di un autobus.
Negli ultimi 10 giorni, i ricercatori di Amnesty International presenti a Donetsk avevano documentato una serie di attacchi da parte delle forze governative contro il quartiere di Kievskiy, dove già sei civili erano morti il 28 settembre, e attacchi parimenti illegali da parte dei ribelli nelle zone periferiche di Debaltseve e Avdiivka.
In quella zona, avevano notato un pezzo d’artiglieria dei ribelli, piazzato al centro di una strada e a meno di 10 metri da un’abitazione.
Secondo Amnesty International, collocando obiettivi militari nelle aree residenziali, le forze ribelli mettono in pericolo la popolazione civile, violando in questo modo le leggi di guerra e rendendosi corresponsabili, al pari delle forze governative, per la perdita di vite umane.
Entrambe le parti fanno ricorso a razzi Grad e ad altre armi imprecise, il cui uso contro i centri abitati può costituire crimine di guerra.