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Amnesty International ha chiesto che tutti i responsabili della morte di oltre 100 manifestanti nel corso delle recenti proteste antigovernative in Ucraina siano portati di fronte alla giustizia. La richiesta è arrivata a seguito dell’annunciata intenzione, da parte delle autorità di Kiev, di sciogliere il reparto antisommossa della polizia accusato di aver usato forza eccessiva nei confronti dei manifestanti.
‘Lo scioglimento del reparto non deve consentire agli autori di azioni criminali di farla franca. Le autorità ucraine non devono venire meno alle loro responsabilità‘ – ha dichiarato Heather McGill, ricercatrice di Amnesty International sull’Ucraina. ‘Ogni singola denuncia dev’essere sottoposta a indagine rapida, efficace e indipendente e ogni agente di polizia ritenuto responsabile dev’essere sottoposto a procedimento penale‘ – ha sottolineato McGill.
Il 25 febbraio, il parlamento ucraino ha votato una dichiarazione con cui accetta la giurisdizione della Corte penale internazionale e chiede l’incriminazione dell’ex presidente Viktor Yanukovych. Amnesty International ritiene che debba essere fatto ogni sforzo per assicurare in primo luogo un procedimento di fronte ai tribunali nazionali.
‘L’eventuale coinvolgimento della Corte penale internazionale dev’essere complementare alle indagini e ai processi da parte degli organi giudiziari interni. Il nuovo governo deve dimostrare di essere in grado di indagare sulle violazioni dei diritti umani e di chiamare a rispondere i responsabili di fronte ai tribunali nazionali. La giustizia inizia in casa propria‘ – ha commentato McGill. ‘Chi ha il potere ora in Ucraina deve evitare di ripetere i sotterfugi del precedente governo e deve tenere a mente cosa ha portato in strada centinaia di migliaia di persone lo scorso novembre: la voglia di diritti umani, dello stato di diritto, della fine dell’impunità‘ – ha aggiunto McGill.
Il Consiglio d’Europa ha proposto la nomina di un Comitato indipendente di consulenza col compito di supervisionare le indagini. Amnesty International ha apprezzato questa iniziativa e ha chiesto all’Ucraina di darvi seguito.
È evidente che numerosi manifestanti si siano resi responsabili di atti di violenza. Tuttavia, l’organizzazione per i diritti umani ha documentato molti casi di aggressioni e traumi violenti provocati dagli agenti della polizia antisommossa ai danni di manifestanti pacifici e di persone che si limitavano ad assistere a quanto stava accadendo.
Si stima che almeno 800 persone siano rimaste ferite dall’inizio delle manifestazioni, lo scorso novembre. Amnesty International ha anche documentato parecchi casi in cui manifestanti pacifici sono stati aggrediti da gruppi di vigilantes filo-governativi. Questi gruppi, da molti ritenuti collusi con le forze di sicurezza, devono essere posti sotto controllo e chiamati a rispondere sul piano penale delle loro azioni.
‘La cultura dell’impunità per le forze di polizia, consolidatasi nel tempo in Ucraina, deve finire. Il paese ha urgente bisogno di un meccanismo indipendente di indagine sulle denunce di violazioni dei diritti umani da parte della polizia‘ – ha concluso McGill.