Ucraina: schiacciata la libertà di riunione

1 Dicembre 2013

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La dispersione violenta dei manifestanti in Piazza Indipendenza (Maidan) nel centro di Kiev di sabato mattina, 30 novembre, mostra un vergognoso disprezzo del diritto di protestare pacificamente, ha dichiarato Amnesty International.

L’organizzazione chiede un’indagine tempestiva, efficace e indipendente sulle accuse di uso eccessivo della forza da parte degli agenti dei Berkut, i reparti speciali antisommossa della polizia ucraina.

Scegliendo di disperdere violentemente la manifestazione questa mattina presto, le autorità ucraine stanno violando le stesse norme e valori ai quali pretendono di aspirare‘, ha detto Heather McGill, ricercatrice di Amnesty International sull’Ucraina.

Poco prima delle 4 del mattino del 30 novembre, un considerevole numero di agenti antisommossa si è diretto verso i manifestanti, preceduto da mezzi del comune con operai che stavano portando in piazza le attrezzature per erigere il tradizionale albero di Capodanno. Un portavoce del ministero degli Interni, intervistato dalla stazione televisiva 5 Kanal, ha giustificato la dispersione dei manifestanti asserendo che era necessario preparare la piazza per le festività dell’anno nuovo.

Le norme internazionali sui diritti umani consentono restrizioni al diritto alla libertà di riunione solo nei casi di ‘pressante esigenza sociale’. L’erezione di un albero per Capodanno non può essere considerata un valido motivo per limitare il diritto alla libertà di riunione‘, ha detto McGill.

Secondo testimoni oculari intervistati da Amnesty International, gli agenti prima hanno detto ai manifestanti di allontanarsi perché la manifestazione era ‘illegale’, poi hanno iniziato a picchiare quelli che erano rimasti.

Videoregistrazioni mostrano i Berkut mentre colpiscono manifestanti e in alcuni casi inseguono uomini e donne per picchiarli. Circa 35 persone sono state finora accusate di teppismo ai sensi del codice amministrativo e decine di persone sono in cura per le ferite riportate.

Vasyl Panchenko, un architetto di Kiev, ha raccontato ad Amnesty International quanto gli è accaduto: ‘Li ho visti picchiare le persone – le colpivano anche quando erano cadute a terra. Mi hanno spinto per terra – ne ho contati tre (agenti antisommossa). Hanno picchiato me e una coppia che mi stava accanto. Poi ci hanno sollevati e ci hanno detto di andare via‘.

Più tardi Vasyl ha aiutato a cercare assistenza medica una donna che era stata picchiata ed entrambi sono stati nuovamente percossi mentre cercavano un’ambulanza. Vasyl Panchenko è stato accusato del reato amministrativo di teppismo per aver impedito l’erezione dell’albero di Capodanno. Ha denunciato i maltrattamenti della polizia. ‘Qui in Ucraina non ci aspettiamo di ottenere un risarcimento, ma voglio che trovino i colpevoli‘.
Vasyl Katola, un dentista, ha raccontato come le relazioni con i Berkut, fino ad allora buone, sono improvvisamente peggiorate il sabato mattina: ‘Ogni sera c’erano agenti dei Berkut alle manifestazioni ed erano gentili con noi, abbiamo anche bevuto il tè insieme. Ieri c’è stato uno scontro quando i Berkut hanno circondato un’auto parcheggiata in divieto di sosta – una ragazza ha perso la sciarpa e gliel’hanno persino raccolta! Quelli che sono arrivati questa mattina erano molto aggressivi e ho avuto paura’.

Sabato pomeriggio il primo ministro Azarov ha dichiarato alla nazione di essere profondamente turbato e preoccupato per quanto era successo in piazza durante la notte. Il capo della polizia municipale di Kiev è assunto la responsabilità di aver impiegato i Berkut, ma ha affermato che la violenza è stata il risultato di una provocazione.
Queste spiegazioni da parte delle autorità non sono convincenti. Le videoregistrazioni non mostrano prova alcuna di provocazioni da parte dei manifestanti e comunque sembrerebbe che l’ordine di disperdere la manifestazione sia stato dato prima che avesse luogo qualsiasi provocazione.

È evidente che qualcuno ha deciso di averne avuto abbastanza e che le proteste dovevano finire. Non può esservi alcuna giustificazione per aver disperso la folla e nulla può scusare la violenza impiegata.

Amnesty International chiede alle autorità ucraine di essere all’altezza dei propri obblighi in materia di diritti umani e di proteggere il diritto di riunione pacifica. Esse devono condurre un’inchiesta sulle ragioni per cui è stato dato l’ordine di disperdere la folla e devono garantire che ogni accusa di uso violento della forza sia oggetto di indagine.