Ucraina: uccisioni di civili a Chernihiv causate da bombe russe a caduta libera. Nuove ricerche e testimonianze

9 Marzo 2022

@ AFP via Getty Images

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Amnesty International ha esaminato e successivamente denunciato come possibile crimine di guerra un attacco aereo che ha ucciso 47 civili nella città ucraina di Chernihiv.

Verso le 12.15 di giovedì 3 marzo, la piccola piazza formata dall’incrocio fra le strade Viacheslava Chornovola e Kruhova è stata colpita da diverse bombe che hanno ucciso dei civili e gravemente danneggiato i palazzi della zona.

Sulla base di nuove testimonianze e verifiche e analisi di prove video, il gruppo di Risposta alle crisi di Amnesty International ha concluso che l’attacco è stato con grande probabilità condotto dalle forze russe, con almeno otto bombe prive di guida, note come “bombe a caduta libera”.

“L’attacco aereo che ha colpito le strade di Chernihiv smuove le coscienze. Si è trattato di un attacco senza pietà e indiscriminato su persone occupate nelle attività quotidiane nella propria casa, per strada, nei negozi”, ha dichiarato Joanne Mariner, direttrice del programma di Risposta alle crisi di Amnesty International.

“Questo attacco scioccante è uno dei più letali che il popolo ucraino abbia subito finora. Il procuratore del Tribunale penale internazionale deve indagare su questo attacco aereo come crimine di guerra. I responsabili di tali crimini devono risponderne davanti alla giustizia, e le vittime e i loro familiari devono ricevere piena riparazione”, ha proseguito.

L’amministrazione regionale di Chernihiv ha riferito che 47 persone (38 uomini e nove donne) sono rimaste uccise nell’attacco. Riprese verificate dell’attacco mostrano otto munizioni sganciate a rapida distanza e cadute in fila, come è tipico in un bombardamento.

Amnesty International non è stata in grado di identificare un obiettivo militare legittimo presente nel luogo dell’attacco o nelle vicinanze. Immagini satellitari del 28 febbraio mostrano una coda di persone fuori dall’edificio colpito dall’attacco. Sulla base di queste immagini e delle testimonianze di chi ha assistito all’attacco, Amnesty International ritiene che la maggior parte delle vittime fosse in fila per comprare cibo quando i missili hanno colpito.

Tutto distrutto

Quando le bombe sono cadute, la studentessa ventunenne Alina era a casa con la famiglia nella vicina via Ivana Bohuna.

Ha dichiarato ad Amnesty International: “Ho sentito un ronzio molto molto forte e poi il nostro palazzo ha tremato, come se stessero facendo saltare in aria il nostro appartamento. Dopo due secondi, ho sentito le finestre che esplodevano cadendo in cortile. Il palazzo ha oscillato moltissimo, ho pensato che non sarebbe rimasto in piedi neanche un muro. Quando ho sentito il ronzio ho chiamato mia nonna nel corridoio e ci siamo sdraiate per terra. Probabilmente questo ci ha salvate”.

I genitori di Alina erano in strada al momento dell’esplosione e sono sopravvissuti all’attacco. Alina ha aggiunto: “Nel palazzo vicino, c’erano persone in fila per il pane e i miei genitori stavano andando lì. Se ne sono andati perché la coda era troppo lunga; le persone in coda sono morte”.

Yulia Matvienko, 33 anni, era a casa con i suoi tre bambini, sempre in via Ivana Bohuna. Ha riportato una ferita alla testa. Ha dichiarato ad Amnesty International: “Stavo camminando lungo il corridoio e prima che arrivassi in cucina ho sentito un rumore assordante, improvviso. Non ho capito cosa stesse succedendo”.

Cadeva tutto, i bambini gridavano… Per alcuni secondi il tempo si è fermato; poi ho tirato su i bambini dalle macerie, piena di sangue, e li ho portati fuori. Erano tutti sporchi del mio sangue ma senza un graffio, un miracolo. Era tutto distrutto, non è rimasta una finestra, alcuni balconi sono caduti giù”, ha aggiunto.

Riprese di una telecamera di sorveglianza mostrano la caduta delle munizioni e si sente un suono compatibile con un aeromobile a bassa quota, coerente con le modalità di conduzione di attacchi di questo tipo. Sganciare bombe prive di guida in aree popolate viola il divieto di attacchi indiscriminati. Tali bombe hanno effetti ad ampio raggio e sono di gran lunga meno accurate delle munizioni di precisione.

Le verifiche del Crisis Evidence Lab 

Le riprese verificate dal Crisis Evidence Lab di Amnesty International mostrano le conseguenze dell’attacco, i danni agli edifici e i cadaveri in strada. Le riprese fornite dal Servizio di emergenza dello stato dell’Ucraina mostrano anche loro i danni e le operazioni di soccorso.

Altri video verificati delle conseguenze dell’attacco mostrano una distruzione diffusa e almeno un cratere tipico di una bomba, compatibile con un impatto di una munizione di circa 500 kg.

Altro materiale verificato da un secondo attacco aereo in un’altra località in Ucraina mostra forze di difesa civile che rimuovono una bomba inesplosa FAB-500 M62. Inoltre, un video ufficiale dell’esercito russo pubblicato il 6 marzo mostra il decollo di un aereo Su-34 Fullback caricato con otto bombe FAB-500, indicativo del tipico assetto da battaglia nelle operazioni russe correnti.

“Tutti gli stati dovrebbero collaborare con il Tribunale penale internazionale e con la nuova Commissione d’inchiesta istituita dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per contribuire ad assicurare alla giustizia chi ha commesso gravi violazioni e crimini, come in questo attacco. Le vittime di questo conflitto devono avere giustizia”, ha concluso Joanne Mariner.

Amnesty International ha in precedenza chiesto che le parti coinvolte nel conflitto in Ucraina rispettino  il diritto internazionale umanitario e il diritto dei diritti umani.