Ucraina, una campagna per porre fine all’impunità delle forze di polizia

10 Febbraio 2014

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Amnesty International ha lanciato una campagna per porre fine all’impunità delle forze di polizia in Ucraina. A partire dal 21 novembre 2013, centinaia di persone sono state attaccate da agenti di polizia, alcune in modo molto grave, nel contesto delle proteste antigovernative del movimento chiamato Euromaydan. Vi sono state almeno quattro vittime. Sconosciuti hanno rapito e torturato diversi manifestanti e uno di questi è stato ritrovato morto.

Attraverso petizioni, eventi pubblici e pressione sulle istituzioni, i soci di Amnesty International di Austria, Canada, Francia, Italia, Moldova, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia, Stati Uniti d’America, Svizzera, Turchia e della stessa Ucraina chiederanno alle autorità di Kiev di dimostrare in modo inequivoco che l’uso illegittimo della forza e altre violazioni dei diritti umani non saranno più tollerate e di prendere misure disciplinari e penali adeguate nei confronti dei responsabili.

Amnesty International chiederà inoltre al governo ucraino di assicurare giustizia nei casi in cui manifestanti del movimento Euromaydan hanno subito violazioni dei diritti umani da agenti di polizia, cooperare senza riserve con le indagini tali violazioni e istituire un meccanismo indipendente e permanente che possa indagare sulle denunce di maltrattamenti da parte delle forze di polizia.

Dopo la scomparsa di Dmitrii Bulatov,  attivista ucraino Euromaydan, Amnesty  International aveva lanciato un’azione urgente che solo in Italia, nel giro di pochi giorni, aveva raccolto oltre 3000 firme. Il 30 gennaio, è stato trovato vivo. È stato rapito, picchiato e ‘crocifisso’.  Ha lasciato l’Ucraina per ricevere cure mediche necessarie.