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Le vite e i diritti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati sono minacciate dalle politiche restrittive di controllo delle frontiere degli stati membri dell’Unione europea (Ue). È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International durante una manifestazione organizzata a Brussels di fronte agli uffici del Consiglio europeo. Sostenitori e attivisti di Amnesty International hanno scaricato quattro tonnellate di sabbia ricostruendo una spiaggia di quattro metri per sette, per chiedere ai leader europei di porre fine alle loro deplorevoli politiche e prassi in materia d’immigrazione e asilo.
‘Gli stati membri stanno venendo miserabilmente meno ai loro obblighi, comunitari e internazionali, di proteggere i migranti e i richiedenti asilo in fuga da povertà, conflitti e violazioni dei diritti umani‘ – ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee. ‘Mentre l’Europa innalza le sue barriere, molte persone non hanno un modo sicuro e legale per entrare nella Fortezza Europa. Ecco perché oggi abbiamo protestato fuori dal Summit europeo: per chiedere ai leader europei di considerare attentamente l’impatto della loro ‘lotta all’immigrazione irregolare’ sulle vite di uomini, donne e bambini‘ – ha aggiunto Beger.
La manifestazione odierna a Brussels ha voluto anche ricordare che, trascorsi cinque mesi dai tragici naufragi al largo di Lampedusa che causarono la morte di oltre 500 persone, ben poche azioni coordinate e complessive sono state fatte per impedire il ripetersi di questi eventi. Al contrario, le politiche dell’Ue continuano a privilegiare politiche e prassi preventive rispetto alle misure di protezione, costringendo un crescente numero di migranti, richiedenti asilo e rifugiati ad affrontare viaggi pericolosi per cercare di penetrare nelle barricate della Fortezza Europa.
Amnesty International ha incontrato persone che hanno perso i familiari in mare, che sono state vittime di respingimento o di maltrattamenti da parte della polizia di frontiera o che sono state detenute per lunghi periodi e in condizioni deplorevoli. Altre persone sono state fermate e imprigionate in paesi cui gli stati membri dell’Ue hanno delegato le prassi di controllo dell’immigrazione, molti dei quali con una tradizione di scarso rispetto dei diritti umani. Per non parlare dei tanti che hanno perso la vita in mare.
Limitate offerte di reinsediamento e di ammissione umanitaria stanno spingendo molte persone a intraprendere rotte pericolose, con frequenti conseguenze per chi ha perso tutto tranne la vita. Alla metà di febbraio di quest’anno, ad esempio, i paesi europei (soprattutto la Germania) avevano offerto posti a circa 15.000 tra i più vulnerabili rifugiati siriani. Alla fine del 2013, circa 80.000 siriani avevano chiesto asilo nei paesi dell’Ue. Si tratta di una minuscola frazione degli oltre due milioni e 500.000 siriani fuggiti dalla guerra nel loro paese.
Amnesty International sollecita i governi europei a proteggere le persone prima delle frontiere, attraverso tre misure fondamentali. Come ha fatto l’Italia recentemente, gli stati membri possono incrementare e sostenere più efficaci operazioni di ricerca e soccorso per fermare i naufragi e gli annegamenti in mare. Assicurando modi sicuri e legali d’ingresso nell’Ue, le persone eviteranno di intraprendere viaggi pericolosi.
Infine, gli stati membri dell’Ue non dovranno consentire a paesi dove vige una pessima situazione dei diritti umani di agire come loro polizia di frontiera. Gli accordi bilaterali con tali paesi, come quello vigente tra Italia e Libia, dovranno essere revocati e dovrà essere posta fine alle politiche di esternalizzazione dei controlli sull’immigrazione.
Il Summit Ue – Africa, in programma ad aprile, sarà un’opportunità per affrontare tali politiche di esternalizzazione. I leader dei governi dei paesi dell’Ue potranno affrontare la questione nel contesto della loro azione sulle priorità riguardanti gli affari interni nel prossimo quinquennio (il cosiddetto programma post-Stoccolma).
‘Le Linee guida che verranno adottate al Summit di giugno costituiranno un’opportunità unica per cambiare le politiche e le prassi dell’Ue in tema d’immigrazione e asilo. I leader europei dovranno mostrare coraggio e porre concretamente i diritti umani al centro di tali misure‘ – ha sottolineato Beger.
Alla vigilia delle elezioni europee di maggio, Amnesty International chiederà ai candidati al Parlamento europeo un impegno a proteggere i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati durante il loro mandato. La Commissione uscente e quella entrante dovranno mostrare coerenza: la recente Comunicazione post-Stoccolma non ha riconosciuto l’urgente bisogno di modificare l’approccio all’immigrazione, dalla prevenzione alla protezione.
‘Le politiche e le prassi dell’Ue in materia d’immigrazione e di asilo hanno reso una farsa il ruolo dell’Ue come attore in materia di diritti umani. Il 2014 fornirà agli stati membri l’opportunità di cambiare approccio, salvare vite umane e porre finalmente le persone prima delle frontiere‘ – ha concluso Beger.
Ulteriori informazioni
Gli attivisti e le attiviste di Amnesty International chiederanno ai leader europei di proteggere i migranti e i rifugiati lungo le coste europee. La mobilitazione si ripeterà anche in 12 stati membri dell’Ue, sotto lo slogan ‘S.O.S. Europa: prima le persone, poi le frontiere’.
In Italia, la mobilitazione è organizzata da Amnesty International Sicilia il 22 marzo a Catania, in piazza dell’Università dalle 11 alle 18. L’iniziativa prevede la presenza in piazza di una ‘biblioteca vivente’ con migranti e pubblico che racconteranno le loro storie ed esprimeranno la loro opinione su come l’Europa dovrebbe affrontare il tema dell’immigrazione.
Queste mobilitazioni sono organizzate nel contesto della campagna S.O.S. Europa, che denuncia le prassi inefficaci, disumane e pericolose in tema d’immigrazione e di asilo alle frontiere europee. La campagna vuole interrompere la pericolosa e preoccupante tendenza degli stati membri dell’Ue a privilegiare prassi e politiche di repressione a scapito delle misure di protezione.