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Nel mondo, oltre un miliardo di persone soffre la fame; 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base; 2,5 miliardi di persone non hanno servizi igienici adeguati e 20 mila bambini ogni giorno muoiono per questo. Ogni anno, più di mezzo milione di donne muore per complicanze legate alla gravidanza e al parto, una al minuto, perché non accede alle cure mediche.
In Iran, Arabia Saudita, Sudan e Yemen i minorenni al momento del reato e dell’esecuzione possono essere messi a morte. Le persone vengono discriminate sulla base dell’appartenenza etnica, della fede religiosa, dell’orientamento sessuale. La repressione è l’arma che molti governi usano per mettere a tacere il dissenso.
I conflitti obbligano le persone a lasciare le case per trovare riparo nei campi profughi. I rifugiati che cercano protezione, spesso vengono respinti anche in Europa senza che siano state valutate le loro domande di asilo. Le politiche per rispondere al fenomeno dell’immigrazione creano una percezione negativa dei migranti e un clima di paura che li espone a razzismo e xenofobia.
A 61 anni dall’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’aspirazione a un mondo libero dal bisogno e dalla paura rimane incompiuta per milioni di persone. Da quasi 50 anni, Amnesty International si mobilita affinché a ognuno siano riconosciuti i diritti sanciti da questo importante strumento, svolgendo missioni di ricerca in tanti paesi del mondo, concentrando le sue azioni e utilizzando le risorse a disposizione per contrastare le violazioni dei diritti umani e intervenire in difesa di chi sta rischiando la vita.
Proprio questo lavoro, in quasi mezzo secolo, ha permesso la liberazione di decine di migliaia di prigionieri di coscienza; ha fermato la mano del boia in 139 paesi; ha fatto luce sulle violazioni nel contesto della guerra al terrorismo, dal fenomeno delle rendition al carcere di Guántanamo; ha consentito di fare passi avanti verso un mondo più giusto lottando contro l’impunità a fianco delle vittime, dalle donne uccise in Messico alla popolazione martoriata del Darfur, del Rwanda e dei Balcani.
Questi sono solo alcuni esempi dei risultati ottenuti; ma la strada verso un futuro di diritti umani richiede ancora tanto lavoro e impegno da parte di chi ha a cuore i diritti umani.
Ed è per questo che ti chiediamo di sostenerci, il 12 e 13 dicembre nelle piazze italiane, in occasione delle Giornate Amnesty 2009, acquistando il calendario fotografico e firmando l’appello per tutelare la salute materna delle donne in Perù. Acquistando un ‘regalo di Natale Amnesty’, potrai difendere i diritti umani.
Giornate Amnesty 2009
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La Dichiarazione universale dei diritti umani
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