Un’agenda in sette punti per i diritti umani in Afghanistan

6 Marzo 2014

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In vista delle elezioni del 5 aprile, Amnesty International ha inviato a tutti i candidati alla presidenza dell’Afghanistan un’agenda sui diritti umani in cui chiede che questi non siano messi in un angolo bensì siano al centro dei programmi e della loro attuazione.

È indubbio che negli ultimi decenni siano stati fatti passi avanti in materia di diritti umani, ma per milioni di persone in Afghanistan le prospettive sono ancora cupe. Le violazioni collegate a conflitto e un agghiacciante livello di violenza contro le donne e le bambine sono solo due delle questioni che dovranno essere affrontate dalla prossima presidenza‘ – ha dichiarato Horia Mosadiq, ricercatrice di Amnesty International sull’Afghanistan.

I candidati non possono permettersi di trattare quella dei diritti umani come una questione di secondo piano. Continuare a barattarli per conseguire obiettivi di breve periodo non farà altro, dopo il 2014, che portare indietro anziché avanti il paese‘ – ha proseguito Mosadiq.

In Afghanistan persiste una pressoché totale impunità per le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra del passato. Molti di coloro che si candidano alla presidenza o alla vicepresidenza del paese sono seriamente indiziati di complicità in quei crimini.
‘Le perdite civili sono ancora elevate e degli omicidi illegali quasi nessuno viene chiamato a rispondere. Temiamo fortemente che questo periodo di campagna elettorale sarà particolarmente sanguinoso, con vendette contro chi criticherà i candidati e coloro che li votano. Il governo afgano e i suoi alleati internazionali devono fare il massimo sforzo per proteggere i cittadini che intenderanno esprimere le loro opinioni politiche’ – ha sottolineato Mosadiq.

L’agenda di Amnesty International presenta raccomandazioni pratiche su come migliorare la situazione dei diritti umani in sette aree cruciali:

  • adempiere agli obblighi internazionali sui diritti umani;
  • garantire che i presunti autori di crimini di guerra, appartenenti alle forze afgane e a quelle internazionali, siano chiamati a risponderne;
  • proteggere i diritti delle donne e delle bambine;prevenire gli sfollamenti interni e reagire a quelli in atto;
  • porre fine all’impunità per le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra del passato;
  • garantire la libertà d’espressione;
  • abolire la pena di morte.