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Ungheria, la Corte di giustizia dell’Unione europea giudica discriminatorie e ingiustificate le restrizioni alle attività delle Ong
Il 18 giugno la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la legge entrata in vigore nel 2017 in Ungheria sui “finanziamenti esteri” alle Ong viola la legislazione dell’Unione europea in quanto pone limitazioni discriminatorie e ingiustificate al finanziamento di organizzazioni della società civile da parte di persone residenti fuori dal paese, è contraria al libero movimento di capitali e viola i diritti alla libertà di associazione, al rispetto della vita privata e familiare e alla protezione dei dati personali.
“La legge che obbliga le Ong che ricevono oltre 20.815 euro di fondi dall’estero a etichettarsi come finanziate dall’estero non ha mai avuto nulla a che fare col riciclaggio di denaro e col terrorismo internazionale, come sostenuto dal governo ungherese. Da subito, si è capito che l’obiettivo era quello di ridurre al silenzio le voci critiche e spingere l’opinione pubblica a togliere sostegno a organizzazioni che lottano per i diritti umani, la giustizia e l’uguaglianza“, ha dichiarato Dávid Vig, direttore di Amnesty International Ungheria.
“La Corte costituzionale ora agisca rapidamente per rivedere questa legge repressiva, che dovrebbe essere annullata al più presto“, ha concluso Vig.
La legge ha avuto un impatto diretto su 23 organizzazioni della società civile ungherese, tra cui la stessa Amnesty International Ungheria.
La decisione della Corte conclude la procedura d’infrazione lanciata dalla Commissione europea nei confronti dell’Ungheria nell’estate del 2017.