Ungheria: pugno di ferro senza precedenti contro le Ong

1 Febbraio 2015

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Amnesty International ha sollecitato la cancelliera tedesca Angela Merkel, oggi in visita in Ungheria, a chiedere alle autorità di Budapest di porre fine al pugno di ferro senza precedenti nei confronti delle Organizzazioni non governative (Ong) locali.

In un rapporto intitolato ‘Con le spalle al muro: società civile sotto pressione in Ungheria‘, Amnesty International denuncia l’attacco orchestrato portato nell’ultimo anno dalle autorità ungheresi nei confronti delle Ong: calunnie pubbliche, indagini, perquisizioni nelle sedi, sequestro di attrezzature e una revisione dei bilanci politicamente motivata che potrebbe portare alla chiusura di alcune organizzazioni.

L’assalto che le autorità ungheresi stanno portando avanti contro le Ong ha tutte le caratteristiche di una caccia alle streghe. I leader dell’Unione europea dovrebbero essere estremamente allarmati per il fatto che pratiche nate in Russia stanno prendendo piede in uno stato membro. La cancelliera Merkel non deve perdere l’occasione di contestarle‘ – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Nel maggio 2014, rappresentanti del governo hanno iniziato ad accusare alcune Ong di essere composte da ‘attivisti politici prezzolati’ che stavano cercando di ‘agire in favore di interessi stranieri’: parole che hanno richiamato, all’interno dell’Unione europea, il duro atteggiamento della Russia nei confronti delle organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero. Oltre a questa retorica ostile da parte di esponenti politici e ad articoli di stampa che cercavano di screditare le Ong agli occhi dell’opinione pubblica, il governo ha ordinato una revisione dei bilanci nei confronti di 59 Ong che distribuiscono e ricevono finanziamenti basati su fondi pubblici norvegesi.

Si è trattato di un’operazione politicamente motivata, preceduta da dichiarazioni del primo ministro e di altri rappresentanti del governo sulla ‘colpevolezza’ delle organizzazioni sotto esame, senza alcuna prova concreta di comportamenti criminali o di irregolarità finanziarie‘ – ha commentato Dalhuisen.

A seguito di non meglio specificate denunce di reato da parte dei revisori, la polizia ha avviato indagini su presunti reati collegati ai finanziamenti ricevuti dalle Ong. Gli agenti hanno perquisito due sedi e l’abitazione privata di un impiegato, sequestrando computer, server e documenti.

Il 23 gennaio 2015, il tribunale del distretto centrale di Buda ha dichiarato illegali tanto le perquisizioni quanto i sequestri, poiché non era stato preventivamente determinato il presunto reato.

Quattro Ong stanno affrontando altrettanti procedimenti legali al termine dei quali potrebbero essere costrette a perdere il loro codice fiscale e dunque a chiudere.

La caccia alle streghe del governo ungherese contro le Ong sta mandando un segnale agghiacciante a chi intende opporsi alle violazioni dei diritti umani, alla corruzione o all’omofobia. Le autorità ungheresi devono porre fine alla loro campagna contro le voci critiche indipendenti e la cancelliera Merkel e gli altri leader dell’Unione europea devono insistere con urgenza affinché ciò avvenga‘ – ha concluso Dalhuisen.

FINE DEL COMUNICATO              Roma, 02 febbraio 2015

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
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