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Il 17 agosto “Carlos“, quattro anni, e “Michael” di 16 sono stati rilasciati dal “Centro residenziale” (di fatto un centro di detenzione per famiglie d’immigrati) di Berks, Pennsylvania, Usa, dopo avervi trascorso 22 mesi.
Sono così quattro i minori migranti tornati in libertà nel giro di 10 giorni, dopo che Amnesty International aveva lanciato una campagna su Berks.
L’8 agosto avevamo dato la bella notizia del rilascio di “Josué”, un bambino di tre anni. A Berks, recluso insieme alla mamma Teresa per 16 mesi, aveva passato poco più della metà della sua vita e vi aveva imparato a gattonare, poi a camminare e a parlare.
Il 16 agosto da Berks, dopo ben 23 mesi, era uscito anche “Antonio”, otto anni, insieme alla mamma Marlene di 24.
Così come “Josué” e “Antonio” e le loro mamme, “Carlos” e la mamma Lorena di 34 anni erano fuggiti dall’Honduras. “Michael” e la mamma Maribel, 41 anni, avevano iniziato il viaggio da El Salvador, gli uni e le altre dopo ripetute minacce di violenza e rapimento. Honduras ed El Salvador, insieme al Guatemala, hanno livelli spaventosi di violenza. Entrati negli Usa per chiedere asilo politico, erano stati portati a Berks.
Amnesty International Usa continua a chiedere che sia posta fine alla detenzione dei minori migranti e dei loro genitori reclusi a Berks e in altri due centri analoghi del paese. Solo a Berks vi sono ancora decine di nuclei familiari in queste condizioni e tre famiglie sono lì da oltre 600 giorni.
Le buone notizie di Amnesty International sono su Pressenza.