Uso dei droni in Pakistan, gli Usa devono fornire chiarimenti

1 Febbraio 2012

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Dopo che il 30 gennaio, nel corso di una video chat, il presidente degli Usa Barack Obama ha fatto la rara ammissione che aerei privi di pilota sono usati per colpire sospetti appartenenti ad al-Qaeda nelle aree tribali del Pakistan, Amnesty International ha sollecitato le autorità statunitensi a fornire informazioni sulle basi legali e di fatto riguardanti l’impiego letale dei droni, che ha provocato vittime civili.

Gli usa devono dare dettagliate spiegazioni su come considerano legali questi attacchi e su cosa viene fatto per evitare perdite civili nonché assumere piena responsabilità sulle conseguenze di tali attacchi‘ – ha dichiarato Sam Zarifi, direttore di Amnesty International per l’Asia e il Pacifico.

Quali sono le regole d’ingaggio? Quale giustificazione legale esiste a sostegno di questi attacchi? La conferma, da parte del presidente Obama, dell’uso dei droni in Pakistan è un apprezzato primo passo verso la trasparenza, ma queste e altre domande restano ancora senza risposta‘ – ha aggiunto Zarifi.

Nel corso della video chat, il presidente Obama ha dichiarato che gli attacchi coi droni, compiuti dalla Cia piuttosto che dalle forze armate, sono ‘azioni mirate contro persone che sono sulla lista dei terroristi in attività’, destinate a colpire ‘sospetti di al-Qaeda situati in zone molto impervie lungo in confine tra Afghanistan e Pakistan’.

Durante l’amministrazione Obama, l’impiego dei droni in Pakistan è complessivamente raddoppiato anche se pare diminuito nel 2011. Migliaia di persone sono state uccise a seguito degli attacchi: sospetti militanti di al-Qaeda ma anche civili.

A causa delle condizioni d’insicurezza e della difficoltà di raggiungere le aree colpite dai droni, è impossibile per Amnesty International determinare con esattezza il numero delle vittime civili.