Vaccini Covid-19: aumentano le disuguaglianze mentre aziende farmaceutiche e stati ricchi mettono a rischio vite umane

11 Marzo 2021

© Francisco Alvia Hospital Clinic

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Covid-19, nuovo rapporto di Amnesty International sui vaccini: Vaccini Covid-19: aumentano le disuguaglianze mentre aziende farmaceutiche e stati ricchi mettono a rischio vite umane

L’associazione lancia una campagna globale per l’accesso universale ai vaccini contro il Covid-19

I paesi ricchi hanno acquistato più della metà della fornitura mondiale di vaccini, ma la loro popolazione costituisce solo il 16 per cento di quella mondiale

Le aziende farmaceutiche rifiutano di condividere conoscenze e tecnologie

In occasione del lancio di una nuova campagna per l’accesso universale ai vaccini, Amnesty International ha denunciato che il comportamento di aziende farmaceutiche e paesi ricchi rende improbabile che miliardi di persone a rischio di contrarre il Covid-19 possano ricevere anche una sola dose di vaccino salvavita entro quest’anno.

La campagna chiede che le aziende farmaceutiche condividano conoscenze e tecnologie in loro possesso per aumentare il più possibile il numero di dosi di vaccino disponibili a livello mondiale. Inoltre, chiede agli stati di abbandonare il “nazionalismo vaccinale” e di lavorare insieme per assicurare l’accesso immediato ai vaccini salvavita contro il Covid-19 a tutte le persone del mondo maggiormente a rischio.

“Chi avrà accesso al vaccino contro il Covid-19, quando e a quale prezzo: sono alcune delle domande più importanti e dibattute che la nostra società si trova ad affrontare oggi. Le risposte però sono dettate dagli interessi degli stati e delle aziende più potenti”, ha dichiarato Stephen Cockburn, direttore del programma Giustizia economica e sociale di Amnesty International.

“Fino a ora, hanno creato una pericolosa situazione in cui le disuguaglianze globali nell’accesso ai vaccini stanno aumentando a dismisura senza alcun controllo. In questa gara, alcuni paesi ricchi hanno già distanziato gli altri, mentre il resto del mondo fatica a lasciare i blocchi di partenza. Ognuno merita di essere vaccinato. Quando si tratta del nostro diritto alla salute, non c’è spazio per le discriminazioni”, ha proseguito Cockburn.

I paesi ricchi hanno acquistato più della metà della fornitura mondiale di vaccini, sebbene la loro popolazione costituisca solo il 16 per cento di quella mondiale. Gli stessi paesi hanno finora somministrato oltre il 60 per cento delle dosi, a livello globale, mentre oltre 100 paesi ancora non hanno vaccinato neanche una sola persona.

“A nessuno dovrebbe essere negato l’accesso alle cure sanitarie, compresi i vaccini, in base a dove vivono, chi sono o quanto guadagnano. Con la dovuta pressione esercitata sulle persone giuste, possiamo assicurare che il sistema vaccinale contro il Covid-19 garantisca il rispetto dei diritti umani”, ha aggiunto Stephen Cockburn.

Condivisione delle conoscenze e della tecnologia

Sono stati spesi miliardi, provenienti dal denaro dei contribuenti, per aiutare aziende come AstraZeneca, Moderna e Pfizer BioNTech nello sviluppo e la produzione dei vaccini ma queste aziende, e altre, rifiutano di condividere le loro ricerche, conoscenze e tecnologie. Ciò significa che altre aziende farmaceutiche non possono attingere a questi progressi scientifici per incrementare la propria produzione vaccinale, che a sua volta aumenterebbe la fornitura rendendola accessibile a paesi con risorse finanziarie inferiori.

Ad esempio, a maggio 2020, l’Organizzazione mondiale della sanità ha creato il pool di accesso alla tecnologia sul Covid-19 (C-Tap) affinché le aziende potessero mettere insieme dati e conoscenze e poi autorizzare il trasferimento di produzione e tecnologia ad altri potenziali produttori con lo scopo di garantire l’accesso ai vaccini in qualsiasi parte del mondo e più velocemente. Tuttavia, finora, neanche un’azienda farmaceutica si è unita al C-Tap.

I governi devono adempiere ai propri obblighi in materia di diritti umani e sostenere una proposta di deroga ad alcune disposizioni degli accordi Trips, un trattato mondiale che regolamenta i diritti di proprietà intellettuale che spesso limita dove, quando e come i farmaci vengono prodotti. Tale deroga sospenderebbe l’applicazione dei brevetti e delle tutele in materia di proprietà intellettuale, che attualmente rappresentano un ostacolo alla fabbricazione di un numero maggiore di vaccini contro il Covid-19 da parte di altri produttori. Tuttavia, sebbene tale deroga sia sostenuta dalla grande maggioranza dei paesi a basso e medio reddito, i paesi più ricchi le si oppongono.

Mentre alcuni stati rifiutano di chiamare i produttori di vaccini a rispondere delle proprie responsabilità in tema di diritti umani per ampliare l’accesso al vaccino contro il Covid-19 per un maggior numero di persone, emergono sempre più chiaramente le profonde disuguaglianze e divisioni tra paesi e comunità. Mentre alcuni paesi e aziende farmaceutiche continuano a dare priorità ad accordi bilaterali, invece di assicurare che tutte le persone in ogni paese possano essere vaccinate contro il Covid-19, le conseguenze ricadono su coloro maggiormente a rischio.

“In questo periodo ricorre il primo anniversario dalla dichiarazione della pandemia da Covid-19 e non possiamo restare ad assistere a questa tragedia quando abbiamo la soluzione a portata di mano”, ha detto Tamaryn Nelson, consulente di Amnesty International sul Diritto alla salute. “Fra la corsa dei governi a vaccinare tutta la propria popolazione, e per primi, e la morsa dell’industria farmaceutica sui brevetti stiamo dimenticando che sono in gioco le vite delle persone. Nessuno sarà al sicuro fin quando non saremo tutti al sicuro”, ha commentato Nelson.

È ora che le aziende farmaceutiche e gli stati adempiano alle proprie responsabilità e ai propri obblighi in tema di diritti umani. Amnesty International lancia una campagna perché le aziende, tra cui AstraZeneca, Pfizer, BioNTech e Moderna, condividano le proprie conoscenze e tecnologie in modo tale da permettere a tutte e tutti di essere vaccinati. Inoltre, gli stati devono agire spingendo le aziende a fare la propria parte e a lavorare insieme per garantire a tutte le persone maggiormente a rischio di vaccinarsi quanto prima.

Ulteriori informazioni

Il C-Tap è un gruppo di condivisione di licenze volontarie gestito dall’Organizzazione mondiale della sanità per i prodotti contro il Covid-19; tali licenze permetterebbero ad altri produttori di fabbricare i prodotti necessari, mentre l’appello alla solidarietà che è alla base dello strumento consentirebbe di realizzare un accesso equo globale alle tecnologie sanitarie contro il Covid-19 attraverso la condivisione di conoscenze, proprietà intellettuale e dati.

Documento di approfondimento sulla proposta di deroga al Trips presentata all’Organizzazione mondiale del commercio.

Tutti i dati si basano su informazioni raccolte dalla Duke University e dalla Our World In Data.