Vent’anni dopo l’invasione dell’Iraq, l’impunità per i crimini di guerra regna sovrana

20 Marzo 2023

© Photo by John Moore/Getty Images)

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Nel ventesimo anniversario dell’invasione e della successiva occupazione dell’Iraq da parte di una coalizione guidata dagli Usa, Amnesty International ha rinnovato la richiesta di giustizia e piena riparazione per le gravissime violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate dagli Usa e dagli altri stati della coalizione.

Tra il 2003 e il 2011 Amnesty International ha documentato  il coinvolgimento degli Usa in attacchi indiscriminati che hanno ucciso e ferito civili iracheni così come in detenzioni segrete, trasferimenti segreti di detenuti, sparizioni forzate, torture e altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti.

Ex detenuti hanno denunciato una lunghissima serie di violazioni dei loro diritti quali la privazione del sonno, l’obbligo di rimanere nudi, il diniego di quantità adeguate di cibo e acqua, finte esecuzioni e minacce di stupro.

Ancora oggi la popolazione irachena sta subendo le conseguenze devastanti dei crimini di guerra e di altri atti atroci perpetrati dalla coalizione guidata dagli Usa durante l’invasione e la successiva occupazione dell’Iraq.

Le autorità statunitensi non hanno indagato in modo adeguato sulle violazioni di massa dei diritti umani e sui crimini di guerra commessi dalle loro forze né hanno chiamato a risponderne i responsabili. Coloro che hanno subito violazioni dei diritti umani, come i detenuti sopravvissuti alle torture nella prigione di Abu Ghraib, non hanno avuto giustizia né riparazione. Le vittime irachene che hanno cercato di adire i tribunali statunitensi hanno incontrato sistematici ostacoli.

Amnesty International ha più volte sollecitato il governo statunitense a istituire una commissione indipendente d’inchiesta, ma senza esito.

Alcune indagini hanno portato in corte marziale soldati di rango inferiore ma non funzionari di grado più elevato, nonostante sia l’ex presidente George W. Bush che l’ex segretario alla Difesa Donald Rumsfeld avessero ammesso il loro coinvolgimento nelle detenzioni segrete.

L’hanno fatta analogamente franca anche alti funzionari del Regno Unito, nonostante la Corte penale internazionale sia giunta alla conclusione che le forze armate britanniche di stanza in Iraq abbiano commessi crimini di guerra tra cui uccisioni, torture e stupri.

Oltre alle violazioni dei diritti umani commesse dagli Usa e dai loro alleati contro la popolazione civile irachena, l’enorme quantità di armi portate in Iraq ha contribuito a un vuoto di sicurezza e all’esplosione della violenza settaria. Le politiche statunitensi hanno contribuito ad alimentare vari cicli di violenza e la diffusione della cultura dell’impunità.