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Amnesty International ha espresso il suo sgomento alla notizia che le autorità in Vietnam hanno trasferito di nuovo in carcere di Nguyen Van Ly, sacerdote cattolico e prigioniero di coscienza, colpito da ictus il 14 novembre.
Le autorità devono rilasciarlo immediatamente e incondizionatamente, in modo che i suoi familiari possano occuparsi di lui e garantire tutte le cure mediche necessarie, compreso il ricovero in ospedale.
Padre Nguyen Van Ly è stato rimandato in carcere lo stesso giorno in cui il presidente del Vietnam, Nguyen Minh Triet, ha incontrato per la prima volta Papa Benedetto XVI al Vaticano. Le autorità del Vaticano dovrebbero cogliere quest’occasione per sollevare la questione di Nguyen Van Ly e chiedere con forza il suo rilascio immediato.
Dopo l’ictus, che ha provocato la paralisi di un lato del corpo, padre Ly è stato curato nell’ospedale del carcere 198 di Ha Noi, che è sotto il controllo del ministero della Pubblica Sicurezza. Secondo quanto riferito dalla sua famiglia, padre Ly ha recuperato qualche movimento, ma resta parzialmente paralizzato.
Padre Ly, 63 anni, attivista pacifico per la democrazia, sta scontando una condanna a otto mesi di carcere inflittagli nel marzo del 2007. Si trova nel carcere di Ba Sao, nella provincia settentrionale di Ha Nam, dove ha trascorso la maggior parte del periodo di detenzione in isolamento. Le sue condizioni di salute sono peggiorate diverse volte negli ultimi sette mesi, ma le autorità del carcere non hanno effettuato diagnosi approfondite né hanno fornito cure mediche adeguate.
Amnesty International chiede da tempo l’immediato e incondizionato rilascio di padre Ly. Condannato per ‘propaganda contro lo stato’, in base all’articolo 88 della sezione sulla sicurezza nazionale del codice penale, è stato accusato di far parte del movimento on line per la democrazia ‘Blocco 8406’, di cui è stato co-fondatore nell’aprile 2006, e di aver collaborato con gruppi politici vietati. Padre Ly ha anche fatto circolare clandestinamente il giornale dissidente ‘To Do Ngon Luan’ (‘ Libertà e democrazia’).
Padre Ly è uno dei 40 dissidenti attualmente in carcere in Vietnam. Le autorità reprimono il dissenso nei confronti del governo e chi denuncia violazioni dei diritti umani. La libertà di espressione viene soffocata e criminalizzata ricorrendo ad articoli del codice penale formulati in termini vaghi, in violazione dei trattati internazionali di cui il Vietnam è parte.
Nguyen Van Dai, di 40 anni, e Le Thi Cong Nhan, di 30 anni, entrambi avvocati e difensori dei diritti umani, sono in carcere dal maggio 2007 con l’accusa di ‘propaganda contro lo stato’.