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Entra in vigore oggi, 1° agosto, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
La Convenzione, adottata a Istanbul nel 2011, costituisce il primo strumento internazionale vincolante sul piano giuridico per prevenire e contrastare la violenza contro le donne e la violenza domestica. È stata ratificata da 14 paesi, compresa – nel giugno 2013 – l’Italia.
Il testo della Convenzione si fonda su tre pilastri – prevenzione, protezione e punizione – ponendo particolare enfasi sui primi due, gli unici in grado di sradicare una violazione dei diritti umani ormai sistemica in Europa e particolarmente grave.
La violenza domestica è un crimine che in Italia non viene denunciato in oltre il 90 per cento dei casi. A infliggerla sono gli uomini di casa, mariti, compagni, fidanzati, padri e a esserne vittime sono sempre le donne. Di queste, oltre 100 ogni anno vengono uccise per mano di un uomo. Nella maggior parte dei casi il colpevole è un partner o un ex partner, solo in rare circostanze si tratta di uno sconosciuto.
In occasione dell’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul, Amnesty International ha rinnovato il suo appello alle istituzioni italiane perché sia adottata una legge specifica sulla parità di genere, siano raccolti dati statistici disaggregati per garantire analisi standardizzate e periodiche dei dati relativi al fenomeno del femminicidio, siano garantiti il finanziamento e l’aumento dei centri d’accoglienza per le vittime di violenza e un adeguato coordinamento tra la magistratura, la polizia e gli operatori sociosanitari e, infine, si realizzino azioni volte a una maggiore sensibilizzazione della società nel suo complesso, delle istituzioni scolastiche e degli organi di informazione per arrivare finalmente a una rappresentazione non stereotipata e non discriminatoria delle donne.